I beni della provincia leccese in bella vista: riecco le ‘Giornate FAI di Primavera’

Anche il Salento potrà mostrare le bellezze dei suoi monumenti grazie alla ‘Giornata FAI di Primavera’. Quest’anno apriranno le porte, a migliaia di visitatori e turisti, la Torre di Belloluogo e l’Abbazzia di Cerrate.

Ormai è un appuntamento fisso, imperdibile. Con la primavera alle porte, arrivano anche le giornate del FAI (Fondo Ambientale Italiano), fondazione che si propone di restaurare i beni architettonici nazionali – lasciati in donazione dagli enti pubblici – per poi valorizzarli attraverso il proprio capitale. Degli investimenti importanti che, per fortuna, riguardano anche il Salento. Iniziative lodevoli, perché vogliono restaurare monumenti poco conosciuti dall’opinione pubblica, ma che al contrario meriterrebbero ampia considerazione. Due le bellezze architettoniche leccesi che saranno aperte al pubblico nella 23esima edizione delle cosiddette ‘Giornate FAI di primavera’: Torre di Belloluogo (finalmente resa visitabile) e Abbazia di Cerrate.

La prima struttura, chiusa per anni, apre al termine di un attento lavoro e rappresenta l’autentica testimonianza delle fortificazioni angioine. Non a caso, il toponimo “Bello Loco” viene riportato in documenti datati tra 1120 e 1269, riferito – appunto – allo splendore di un’area ricca di giardini e alberi. Conserva ancora tracce difensife di matrice francese, come il coronamento a merli, l’ingresso sopraelevato, i resti di un recinto esterno e la muratura che scende nel fossato. Gli orari di vista: Sabato 21 marzo e Domenica 22, ore 10.00-12.30 e 15.30-17.30.

Riguardo al sito presente lungo la strada provinciale conducente a Squinzano, invece, sono trascorsi due anni dalla firma del contratto di concessione stipulato con la Provincia di Lecce. “Avevamo visto giusto – dichiara il Presidente Antonio Gabellone durante la conferenza stampa di presentazione della manifestazione – ma bisogna dare merito alla permeabilità del Fai. L’Abbazia di Cerrate rappresenta un bene di valenza storica importantissimo. Speriamo che funga da esempio per sottoscrivere ulteriori accordi, e sinergie importanti, anche riguardo altri eventuali beni del Salento”.

Tra l’altro, appena completato il restauro dell’intero complesso, non verrà messo in piedi solo un semplice museo. Il luogo rivelerà una duplice anima: storia religiosa (centro di monaci italo-greci), ma anche relativa alla vita contadina pugliese. Attualmente in corso, peraltro, l’operazione di revamping di due edifici, Casa Monastica e Casa del Massaro. Si potrà visitare Sabato 21 Marzo alle ore 15.00 e 16.30. Ingresso e contributo libero.

Durante gli scavi per la realizzazione del vano tecnologico e posa degli impianti – condotta con Soprintendenza Archeologica della Puglia e la direzione scientifica del Prof. Arthur (Direttore “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento) – sono emerse evidenze archeologiche. Fuori dal recinto dell’Abbazia gli archeologi hanno scavato fino a raggiungere il banco roccioso. Su di esso, ricavate una serie di fosse – forse usate per piantarvi i pali di legno di un edificio normanno ad uso agricolo – più i resti di un antico mulino dei monaci. La scoperta più significativa, però, rigurda una fossa scavata nella roccia – situata accanto alla Casa del Massaro – dentro cui è venuto fuori uno stampo eucaristico perfettamente integro, risalente al X-XI secolo.

“Sempre un piacere venire qui a Lecce per l’Abbazia di Cerrate – dichiara Daniela Bruno, Archeologa e Responsabile Ufficio Valorizzazione Beni FAI – che noi consideriamo strategica. Oggi cerchiamo, con gli enti pubblici, di subentrare nella valorizzazione di beni sconosciuti, e l’esperimento di Cerrate sta funzionando alla grande. Puntiamo a farla divenire un fulcro di risorse, oltre che punto di riferimento, per allargare il progetto al territorio”.



In questo articolo: