Paesaggio agricolo salentino, non solo Xylella

Occorre parlare del territorio dal punto di vista delle sue eccellenze, l’allarme sui patogeni delle piante ha già fatto troppi danni all’immagine della nostra campagna.

Nonostante una primavera trascorsa a discutere solo di Xylella fastidiosa con tutto il corredo letterario di “batterio killer e peste dell’’ulivo”, il territorio salentino si onora di avere tanto di quel movimento turistico da fare invidia a qualsiasi altra località italiana, almeno sotto il profilo balneare, ma non solo.

Costa, villaggi, residence, alberghi, borghi antichi, agriturismi, ricercati e pieni come non mai, complice un’estate caldissima che spinge chiunque a concedersi un po’ di relax e di refrigerio, scappando letteralmente dalle città infuocate. Il caldo di questi giorni non ha eguali, ma nulla è confrontabile anche dal punto di vista delle presenze turistiche e questa volta non solo a Lecce città. Nei ristoranti si accede solo su prenotazione, le piazze scoppiano, le notti sono affollate, ma la cosa più bella è ciò che si può mostrare e vedere in questa terra fra due mari. Beh certo, innanzitutto i due mari, cioè le due riviere, quella a est, Casalabate – Leuca e quella a ovest, Leuca – Porto Cesareo.

Mari dai colori pazzeschi, acqua trasparente, scogliere a picco e scogli affioranti con tanto di fondali suggestivi a disposizione.

E poi c’è la campagna, con i muretti che disegnano il paesaggio e delimitano i confini agricoli, con le pale di fico d’india e i fichi selvatici che spuntano magari dietro una siepe di rovi con le nere e dolci more a portata di mano.

E poi gli ulivi maestosi, curiosi e sempre diversi fra loro, attorcigliati a se stessi per una lotta contro il tempo, e ancora la vite per i vini più buoni e più rinomati del momento, quelli che stanno riscuotendo un successo straordinario in questi giorni all’expo di Milano.

Insomma un bel vedere questa vacanza a macchia di Salento. Non c’è che dire.



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