Pietre preziose abbandonate e incomprese. Il turismo salentino non contempla l”™archeologia

Da anni si discute di promozione del patrimonio archeologico del Salento, ma i risultati in termini di ricadute turistiche sono ancora modesti. La Cultura del territorio dipende dal metodo di gestione delle sue ricchezze

Una rete dei parchi del Salento, il grande obiettivo mancato dell’impianto turistico locale. A dispetto, infatti, delle enormi risorse disponibili e delle tante opportunità, il potenziale resta tutt’ora inespresso.
Da Roca a Vaste, da Cavallino, a Rudiae, da Muro Leccese a Ugento, cosa c’è di veramente valido sul piano della fruizione turistica? Solo scorci di paesaggio, bellezze affioranti ma spesso indecifrabili, percorsi intagliati nella natura in spazi disabitati.

Certo che non va bene. Così non funziona. Eccetto qualche timido slancio, qualche proposta innovativa e qualche tentativo dinamico da parte di amministrazioni locali e Università degli studi, per il resto c’è davvero poco.

Non esiste una mappa organica dei luoghi di interesse storico – archeologico in provincia di Lecce, né un circuito integrato dei siti. Non c’è insomma una rete adeguata per far entrare a pieno titolo la ricchezza principale del sistema culturale salentino nell’offerta turistica regionale.

Le battaglie a difesa del territorio, sacrosante e utili, devono servire a spingere sul pedale della promozione a tutto tondo delle risorse storico architettoniche e archeologiche. Come nel caso della vicenda della serra di Giuggianello e della tutela della collina delle ninfe e dei fanciulli. L’esito positivo della questione deve imporre una spinta alla definizione di un grande progetto di valorizzazione del cosiddetto  giardino megalitico salentino, con le pietre di Ercole e i massi della Vecchia.

A questo si aggiunge il sito del Dolmen Li scusi di Minervino già inserito all’interno di un parco comunale con i percorsi megalitici attorno al dolmen, vera e propria punta di diamante del megalitismo di Terra d’Otranto. Un luogo straordinario da sottrarre però all’ennesimo episodio di degrado e incuria che sembrano avvolgere il sito negli ultimi mesi, con l’erba che ricopre in maniera poco dignitosa l’intero perimetro dell’area.

Come si vede le occasioni non mancano, ma il metodo di gestione, allegro e spensierato, di certe situazioni va totalmente rivisto.



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