‘Era cardiopatico’. Le prime verità sulla morte di Lorenzo Toma

Lorenzo Toma aveva una cardiomiopatia ipertrofica, una grave malformazione al cuore che può causare anche una morte improvvisa. Lo ha stabilito l’autopsia eseguita all’ospedale Vito Fazzi di Lecce dal medico Tortorella

L’autopsia è solo una delle strade intraprese per conoscere la verità sulla morte di Lorenzo Toma, il 19enne che dopo aver accusato un malore si è accasciato privo di vita all’esterno di una delle più note e frequentate discoteche nel Salento, il Guendalina di Santa Cesarea Terme, punto di ritrovo per molti giovani amanti della musica house e techno e diventata, all’alba di una domenica mattina di agosto, il teatro di una terribile tragedia.

È toccato al medico legale Alberto Tortorella, incaricato dal sostituto procuratore del tribunale di Lecce Stefania Mininni, che ha aperto un fascicolo d'inchiesta con l'ipotesi di reato di 'morte come conseguenza di altro delitto', eseguire tutti gli accertamenti del caso sul corpo del giovane studente leccese che sognava di lavorare a 'Wall Street'. 
 
Al termine dell’esame, secondo le uniche informazioni trapelate al momento, le prime risposte: Lorenzo era affetto da una cardiomiopatia ipertrofica, una malattia che riduce la cavità del ventricolo sinistro del cuore, soprattutto in casi di stress, e che può causare anche una morte improvvisaIn sostanza, il suo cuore era ingrossato, e l'ispessimento delle pareti cardiache  gli avrebbe provocato un edema polmonareIl problema si manifesta sin da piccoli e tra i rischi da evitare c'è quello di bere alcolici. 
 
I risultati dell’esame autoptico, per ora, sembrano dare ragione alla famiglia e agli amici – Gloria, Andrea e Ludovica – che erano con lui nel locale considerato un 'tempio della musica house'. Ascoltati per ore dai Carabinieri, i ragazzi avevano raccontato che il 18enne si era sentito male dopo aver bevuto da una bottiglietta che gli era stata 'passata'.«Ho visto un ragazzo – rivela Gloria – avrà avuto tra i 18 e i 24 anni, aveva gli occhiali da sole, i capelli castani, alto normale: a un certo punto ha teso una bottiglia di Lemonsoda verso Lorenzo, invitandolo a bere. E lui ha bevuto, ha fatto un paio di sorsi. Quel ragazzo l’ha offerta anche a me, perché io ballavo al suo fianco, ma gli ho fatto no con la testa. La musica era forte, c’erano migliaia di persone, non si poteva parlare. Dieci minuti dopo Lorenzo si è sentito male. Una congestione? Non so, la bottiglia non era ghiacciata, non ho visto la brina. Se gli troveranno la droga in corpo, di certo non l’ha voluta lui».

«Io non ero la sua fidanzata, ma gli volevo bene. Lui stava ballando, poi mi ha detto: ho caldo, Gloria, che dici se mi tolgo la maglietta? Ma se poi me la tolgo, diranno che sono un mazzaro?». L'epilogo è ormai noto ed è rimasto impresso nel video girato durante gli ultimi istanti di vita di Lorenzo dove si vede un ragazzo che sorride poco prima di accasciarsi a terra privo di vita.

Certo è che adesso l’ipotesi che lo studente leccese abbia assunto un mix letale di alcool e stupefacenti, sembra essere più lontana. Il medico legale, tuttavia, ha eseguito alcuni prelievi per i successivi esami istologici e tossicologici, i cui risultati saranno disponibili solo tra qualche giorno. Ci vuole tempo, dunque, ma questo, però, non impedirà lo svolgimento dei funerali, già fissati per le 17.30 di oggi pomeriggio nella chiesa San Giovanni Maria Vianney, in piazza Partigiani a Lecce. In forma strettamente privata, così come ha chiesto la famiglia. 



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