Abusava della nipotina e la costringeva a guardare video porno? Nonno finisce sotto processo

I fatti contestati si sarebbero verificati tra il 2012 e il 2017. La vittima delle presunte molestie è una bambina di Lecce di appena 4 anni all’epoca dei fatti.

Finisce sotto processo il nonno di una bambina, accusato di avere sottoposto la nipotina di 4 anni a ripetuti abusi sessuali, costringendola anche a vedere video pornografici.

Il gup Stefania De Angelis, al termine dell’udienza preliminare, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Paola Palumbo nei confronti di un ultrasettantenne.

Il processo si aprirà il 28 febbraio prossimo dinanzi ai giudici in composizione collegiale del Tribunale di Brindisi.

L’imputato è difeso dall’avvocato Luigi Covella e potrà dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento. Risponde delle ipotesi di reato di violenza sessuale aggravata e continuata e corruzione di minorenne. La madre della presunta vittima si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Ivana Quarta.

Le accuse

I fatti contestati si sarebbero verificati per cinque anni, tra il 2012 e il mese di luglio del 2017. Vittima delle presunte molestie, una bambina di Lecce di appena 4 anni all’epoca dei fatti. Gli episodi contestati dalla Procura sarebbero maturati in un contesto familiare non degradato, né segnato da criticità economiche e sociali.

La bimba in occasione di alcune visite al nonno paterno, che risiede a Brindisi, sarebbe stata molestata e, in alcune circostanze, “invitata” a sedersi a cavalcioni su di lui. Non solo, l’uomo avrebbe costretto la bambina a rimanere in quella posizione, ponendo in contatto i propri organi genitali con le parti intime. Sarebbero seguite una serie di toccatine e palpeggiamenti in varie parti del corpo. Il nonno l’avrebbe anche costretta a vedere filmati pornografici, assieme a lui, per indurla a subire atti sessuali.

Il procedimento nasce da un’informativa inviata alla Procura ordinaria ed a quella dei Minorenni da un centro antiviolenza, che aveva ascoltato la minore. In seguito, la madre decise di presentare formale denuncia.

La piccola è stata anche sentita dal gip, attraverso la forma dell’ascolto protetto alla presenza di una psicologa, nell’ambito dell’incidente probatorio.