A distanza di tre anni esatti dalla sentenza di primo grado nella quale Pierandrea Semeraro è stato condannato alla pena di un anno e sei per la presunta combine nel derby Bari-Lecce del 15 maggio 2011 che sancì la permanenza nel massimo torneo per capitan Giacomazzi e compagni, poco fa, è arrivata anche quella riguardante il procedimento di secondo grado.
La Corte d’Appello di Bari, infatti, ha convalidato appieno il giudizio del Giudice Monocratico Valeria Spagnoletti condannando a 18 mesi mesi l’allora Presidente dell’U.S. Lecce. Confermata la condanna alla stessa pena anche per l’imprenditore Carlo Quarta, mentre, per l’altro imputato del procedimento, Marcello Di Lorenzo, condannato nel primo processo a nove mesi, è giunta l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.
I tifosi dovranno essere risarciti
Il giudice ha altresì accolto le richieste dei legali dei tifosi, costituitisi parte civile, stabilendo il risarcimento nei loro confronti da stabilirsi in separata sede.
“È stata restituita dignità ai tifosi giallorossi. Siamo riusciti a ottenere un risultato storico dal punto di vista processuale”, ha affermato l’Avvocato Giacinto Epifani che insieme ai legali Giuseppe Milli, Luigi Massimiliano Aquaro, Francesco Calabro e Andrea Scarpellini, hanno difeso le ragioni dei supporter salentini.
“Per la prima volta –conclude l’avvocato – è stato riconosciuto in due gradi di Giudizio il ‘danno da passione sportiva rovinata’. È stato stabilito un principio giurisprudenziale che farà storia”.