Si torna a sparare in Salento.
A perdere la vita per un colpo di pistola sparato alla testa è stato Francesco Fasano, 22enne di Melissano. Il corpo è stato ritrovato intorno alla mezzanotte sulla strada provinciale 206 che collega Casarano a Ugento.
Il cadavere del giovane è stato travolto da un automobilista di passaggio che l’ha centrato in pieno trascinandolo per diversi metri sull’asfalto. Dell’auto però non vi è traccia poichè il conducente si è dileguato.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale Stazione, insieme ai colleghi del Norm della Compagnia di Casarano e quelli del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce. Sul posto anche i sanitari del 118 che hanno constatato il decesso dell’uomo.
Un primo sopralluogo
Durante un primo sopralluogo, i militari dell’Arma hanno rinvenuto nei paraggi una Ford Fiesta intestata a un residente di Melissano. Il mezzo è stato sottoposto a sequestro per ulteriori accertamenti.
La salma è stata condotta presso l’obitorio dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce in attesa che venga eseguito l’esame autoptico.
L’ombra della Scu
Secondo gli investigatori si tratterebbe di un’esecuzione mafiosa. Sul posto il pubblico ministero di turno, Stefania Mininni e il procuratore aggiunto, Guglielmo Cataldi .
La dinamica non è ancora chiara, ma potrebbe essersi trattato di un vero e proprio agguato. Il giovane sarebbe sceso dall’auto e qualcuno gli avrebbe sparato alla testa, forse dopo averlo fatto inginocchiare. Il giovane magari aveva appuntamento con delle persone che si sarebbero poi rivelati i suoi killer.
La notizia della morte del figlio, con queste atroci modalità, è stata accolta con comprensibile dolore, ma anche sorpresa, dai genitori del 22enne. Il padre Giuseppe, imbianchino, e la madre Maria, casalinga, una volta venuti a sapere del decesso del figlio, hanno pensato ad un incidente stradale.
La famiglia, composta anche dalla sorella Sara, è assistita dall’avvocato Claudio Miggiano.
Il ragazzo lavorava come operaio presso una ditta di trasporti. Francesco Fasano era incensurato e non aveva precedenti penali specifici, anche se la sua “posizione” era monitorata dagli investigatori, presumibilmente per via di certe frequentazioni poco raccomandabili.
Cinque persone in caserma
Ci sarebbero i primi sospetti che sono convogliati su cinque giovani di Melissano che al momento non sono indagati, nè sono stati sottoposti a fermo. I primi due ( un venticinquennne ed un trentenne), nella mattinata odierna, sono stati ascoltati dagli inquirenti presso la caserma dei carabinieri di Casarano. Hanno negato di conoscere la vittima e avrebbero anche fornito un alibi che sarebbe stato confermato dalle mogli. Entrambi, assistiti dai propri legali, gli avvocati Francesco Fasano ed Attilio Nassisi, sono stati sottoposti all’accertamento tecnico irripetibile dello stub (strumento fornito di un tampone adesivo che raccoglie le eventuali tracce di esplosivo presenti sulle mani di chi ha usato da poco un’arma da fuoco). Il materiale verrà inviato al laboratorio dei Ris di Roma per essere analizzato dagli specialisti. Anche le loro vetture sono state sottoposte ad accertamenti.
Nel frattempo, sono stati convocati in caserma altri tre giovani di Melissano e ascoltati anch’essi a “sommarie informazioni” . Sono assistiti dall’avvocato Mario Coppola.
Insieme ai “sospettati”, sono stati ascoltati anche vari testimoni che potrebbero fornire dettagli utili a ricostruire la dinamica dell’efferato omicidio.
Il caso di Manuele Cesari
Dopo quanto accaduto, la memoria è corsa all‘attentato ai danni di Manuele Cesari, colpito lo scorso 21 marzo da alcuni colpi di pistola e deceduto presso l’ospedale “Ferrari” di Casarano il 27 dello stesso mese.
