Inchiesta Antiracket. Niente carcere, Gualtieri e Gorgoni tornano ai domiciliari

Nuovo colpo di scena. Il gip Alcide Maritati ha accolto l’istanza presentata dalla difesa e ha “ripristinato” la misura dei domiciliari per entrambi. Ricordiamo che nel pomeriggio di ieri, i finanzieri avevano eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere.

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Il giudice, attraverso apposita ordinanza, ha “annullato” il provvedimento con cui, nel pomeriggio di ieri, i finanzieri avevano eseguito la misura del carcere per Pasquale Gorgoni, dirigente comunale e Maria Antonietta Gualtieri presidente dell’associazione Antiracket Salento. Tornano ai domiciliari, dopo l’istanza presentata, in mattinata, dalla difesa. Il gip Alcide Maritati, infatti, ha “ripristinato” la situazione precedente.

Sostanzialmente, il giudice ha ritenuto che la decisione della Procura di eseguire la misura carceraria fosse inattuabile. Infatti, nell’ottobre scorso, il gip Giovanni Gallo aveva disposto i domiciliari per Pasquale Gorgoni, difeso dall’avvocato Amilcare Tana e per Maria Antonietta Gualtieri, assistita dai legali Luigi e Roberto Rella. Pochi giorni fa, invece, la Cassazione, da una parte e a settembre il Riesame dall’altra, avevano accolto l’Appello della Procura e la decisione di applicare il carcere è divenuta esecutiva nella giornata di ieri. Nel frattempo, come detto, si era già espresso il gip rendendo in qualche modo inattuabile tale pronunciamento.

I pm contestavano a Gorgoni, in particolare, un altro episodio di “corruzione per altri contrari al dovere di ufficio”. Avrebbe promesso alla Gualtieri l’accreditamento dell’associazione antiracket Salento come ente di formazione, in cambio della “prospettazione” di un inserimento in almeno cinque iniziative economiche promosse dalla stessa. Riguardo la Gualtieri, invece, i pm chiedevano la misura del carcere per altri quattro capi di imputazione.

Nella giornata di lunedì, la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi per altri due imputati. Marco Fasiello, difeso dall’avvocato Roberto Rella, ha ottenuto l’annullamento della misura dei domiciliari e torna a piede libero. Invece, è stata annullata la misura interdettiva dalla professione per F. V., difeso dal legale Paolo D’Amico.

Il processo

Occorre ricordare che ventitrè persone sono finite sotto processo nell’ambito dell’inchiesta sull’”affaire antiracket”. Al termine dell’udienza preliminare, il gup Alcide Maritati ha rinviato a giudizio, tra gli altri, Maria Antonietta Gualtieri, 62 anni di Lecce, Presidente dell’associazione Antiracket Salento; Giuseppe Naccarelli, 48 anni di Veglie, ex funzionario del Comune; Pasquale Gorgoni, 52 anni di Lecce, funzionario di Palazzo Carafa; Attilio Monosi,47 anni di Lecce, ex assessore al Bilancio, raggiunto da una misura interdittiva dai pubblici uffici.

Gli imputati dovranno presentarsi l’8 gennaio prossimo innanzi ai giudici della seconda sezione collegiale per l’inizio del processo. Tra l’altro quel giorno, il Comune di Lecce si costituirà parte civile attraverso l’avvocato Stefano Maggio.
Invece, altri imputati hanno già patteggiato la pena davanti al giudice Maritati.

Nel maggio scorso, su richiesta della Procura leccese, il gup Giovanni Gallo dispose cinque arresti. Secondo i pm, il Presidente dell’associazione Antiracket Salento, avvalendosi dell’apporto di numerosi altri soggetti, tra inquadrati all’interno della stessa associazione e pubblici amministratori, oltre che privati imprenditori ed avvocati, avrebbe posto in essere più condotte delittuose volte al fraudolento accesso ai finanziamenti. La Gualtieri risponde delle accuse di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, concussione, falso ideologico e materiale, millantato credito. Non solo, anche di associazione a delinquere nel ruolo di capo, ma anche di promotore assieme a Giuseppe Naccarelli e Pasquale Gorgoni.



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