Inchiesta ‘case popolari’, ascoltato il dirigente comunale Lillino Gorgoni

Nell’ambito della vicenda sulla presunta assegnazione di alloggi popolari nella 167 in cambio del voto, è stato sentito il dirigente Lillino Gorgoni. Alla presenza del legale, Giancarlo Caiaffa, ha risposto alle domande degli inquirenti, ribadendo l’estraneità ad ogni tipo di acc

Continuano gli interrogatori in merito all'inchiesta sulla presunta assegnazione di alloggi popolari nella zona 167 (Iacp) in cambio del voto, che ha coinvolto tre amministratori ed un funzionario del Comune di Lecce. Si tratta dell'Assessore al Bilancio Attilio Monosi; del Vicepresidente del Consiglio Comunale, Antonio Torricelli; dell'Assessore al Traffico Luca Pasqualini e del Dirigente Comunale Lillino Gorgoni. L'inchiesta, coordinata dal Procuratore Aggiunto Antonio De Donno e dal Sostituto Procuratore Antonio Negro, riguarderebbe la presunta compravendita di voti che avrebbe segnato la campagna elettorale del 2012 nel Comune di Lecce e che prese il via con l'esposto presentato dalla Deputata del Pd Teresa Bellanova e dal Consigliere Antonio Rotundo.

Nella mattinata di ieri, a partire dalle ore 12.oo, negli uffici del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Piazzetta Peruzzi, è stato sentito Pasquale Gorgoni, da tutti conosciuto come Lillino. Alla presenza del proprio legale, l'avvocato Giancarlo Caiaffa ha risposto per diverse ore, nel corso di un lungo interrogatorio protrattosi fino al tardo pomeriggio, alle domande degli inquirenti, ribadendo la propria totale estraneità ad ogni tipo di accusa.

Lillino Gorgoni, così come tutti gli altri indagati, risponderebbe dei reati di: associazione a delinquere (l’accusa di associazione, secondo il teorema accusatorio, si configura perché i quattro indagati avrebbero favorito alcuni richiedenti a discapito dei legittimi assegnatari  inseriti nella graduatoria, ma è un ipotesi che necessiterà dei dovuti riscontri); abuso d’ufficio, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Gli uomini delle Fiamme Gialle, in data 9 giugno, avevano attuato una serie di perquisizioni negli uffici comunali, acquisendo documenti, pc e i telefonini con le schede sim; si erano recati anche nell'ufficio, nella abitazione e nella casa estiva di S. Foca, di Gorgoni.

Il dirigente, considerato uno stretto collaboratore dell'Assessore Monosi, fino al 31 dicembre scorso ha coordinato l’Ufficio Casa, l’Ufficio Edilizia residenziale pubblica (Erp) e il settore Patrimonio. Dal 1 gennaio 2015, Gorgoni segue direttamente, in qualità di responsabile, soltanto il settore Patrimonio, poiché Erp e Casa sono stati assegnati al dirigente Giovanni Puce.

Quello di ieri, è stato il terzo interrogatorio disposto dalla Procura. Lunedì scorso è stato sentito per circa cinque ore, Antonio Torricelli, alla presenza del suo difensore, l'avvocato Luigi Covella. Il Vicepresidente del Consiglio, rispondendo a tutte le domande rivoltegli, ha ribadito la propria innocenza, sottolineando che, per il ruolo ricoperto, non aveva compiti per la gestione delle graduatorie (una prerogativa che appartiene all’Assessorato competente).

Martedì 16 giugno, invece, si sarebbe dovuto tenere l'interrogatorio dell’Assessore alla Mobilità Luca Pasqualini. L'incontro, però, è stato rinviato a data da destinarsi. Una decisione adottata dall’avvocato Giuseppe Fornari e comunicata nelle scorse ore al procuratore aggiunto Antonio De Donno e al sostituto Antonio Negro, per avere modo di studiare le carte ed avere consapevolezza dei documenti a supporto dei capi d’imputazione. L'avvocato Fornari però non ha escluso che più avanti il suo assistito possa essere ascoltato dagli inquirenti.
L'assessore Attilio Monosi, difeso dall'avvocato Riccardo Giannuzzi, sarà invece sentito lunedì prossimo.



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