Arrivano i primi verdetti relativi all’inchiesta “Final Blow”, che nel febbraio scorso ha portato a numerosi arresti di elementi dei clan leccesi Pepe e Briganti, ma che ha riguardato anche aree del Nord Salento e di Nardò e Galatone.
In mattinata, il gup Giovanni Gallo ha accolto le istanze di patteggiamento per 13 persone, “concordate” dalla difesa con il pm Giovanna Cannarile, in fase d’indagine. Ed ha inflitto: 1 anno e 10 mesi per Alvaro Basi, 28enne di origini albanesi, che ha ottenuto la revoca dei domiciliari (3 anni e 4 mesi in continuazione con un altro reato) ; 4 anni e 6 mesi a Dario Calogiuri, 30 anni di Melendugno; 4 anni per Stefano Guadadiello, 36 anni di Squinzano; 2 anni e 8 mesi per Gennaro Hajdari, 37 di Lecce; 4 anni e 4 mesi a Fabio Lanzillotto, 36 anni di Galatone; 4 anni e 4 mesi per Raffaela Lodeserto 54enne di Leverano; 4 anni e 4 mesi per Andrea Pepe, 64 anni Lecce; 4 anni e 10 mesi a Fabio Pepe, 47 anni di Lecce; 4 anni e 6 mesi per Fabio Pici, 51 anni di Lecce; 4 anni per Giuseppe Sammito, 41 anni di Otranto; 4 anni e 10 mesi per Andrea Saponaro, 29enne leccese; 4 anni ed 6 mesi per Giovanni Persano, 39enne di Lecce; 3 anni e 6 mesi per Diego Miglietta, 42 anni di Cavallino.
Il collegio difensivo
Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Giuseppe Presicce, Marco Caiaffa, Carlo Sariconi; Giancarlo Dei Lazzaretti, Roberto De Mitri Aymone, Ilenia Toma, Benedetto Scippa, Pantaleo Cannoletta, Paolo Cantelmo, Ladislao Massari, Antonio Savoia; Ivan Feola, Anna Inguscio, Federico Mazzarella De Pascalis, Giovanni Valentini.
Invece, nei mesi scorsi, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 77 indagati.
L’udienza preliminare è fissata per il 30 novembre dinanzi al gup Giulia Proto, presso l’aula bunker di “Borgo San Nicola”.
Gli imputati rispondono a vario titolo di: associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, violazione della legge sulle armi, associazione finalizzata al traffico di droga e esercizio aggravato e partecipazione al gioco d’azzardo.
Le indagini
Sono in totale 69 le persone arrestate nel febbraio scorso, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce, diretta dal Vicequestore Alessandro Albini, nel corso dell’Operazione “Final Blow”, come disposto dal gip Simona Panzera, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Il lavoro investigativo ha permesso di accertare la consolidata egemonia su Lecce del Clan Pepe, facente capo a Cristian Pepe e a al fratello Antonio, meglio noto con il soprannome di “Totti”. Le investigazioni hanno evidenziato come il sodalizio criminale avesse ormai preso il controllo esclusivo nella citta di Lecce e in molti comuni prossimi al capoluogo, delle principali attività criminali attraverso la gestione di canali di approvvigionamento della droga, la successiva vendita al dettaglio, le estorsioni oltre al controllo del gioco d’azzardo.
Sono emersi ulteriormente elementi relativi al tentativo da parte del clan di influenzare l’operato di amministratori locali al fine di assicurarsi le autorizzazioni a organizzare eventi e spettacoli in un’area oggetto di concessione comunale.
È il caso delle minacce all’assessore Paolo Foresio, dopo la decisione di annullare il concerto dei Sud Sound System al Parco di Belloluogo, previsto per il 1 giugno del 2018. Difatti il giorno prima dell’evento, il Comune di Lecce aveva emesso un provvedimento di diniego, poiché l’iniziativa era incompatibile con la gestione dell’area a verde pubblico. E allora, in una conversazione tra Stefano Monaco, “Totti” Pepe ed il cugino Andrea Pepe, emerge l’ira di quest’ultimo, Consigliere della società che si era aggiudicata la gestione di alcune attività all’interno del parco.