Italo-brasiliano arrestato a Praga per truffa: indagati anche una ex bancaria ed un barista salentini

Rispondono entrambi dell’accusa di truffa e riciclaggio. Il pm, nell’aprile scorso, ha emesso un decreto di perquisizione negli uffici e nelle case dei due indagati, a Galatina e Veglie.

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Anche una ex bancaria ed un barista, tra gli indagati per il maxi raggiro perpetrato ai danni di 50 leccesi e che ha portato ieri, all’arresto di Fabiano Simones Santos, 41enne di origini brasiliane. Nel registro degli indagati, con l’accusa di truffa e riciclaggio sono finiti i nominativi del barista M.S., 31 anni, di Veglie, e di  F.C. promotrice finanziaria 43enne, di Galatina.

L’ex bancaria (nel frattempo licenziata) metteva a disposizione del “complice”, un pacchetto clienti. Da qui, una serie di proposte vantaggiose rivolte ad un considerevole numero di persone e la sottoscrizione di un “regolare” contratto per gestire i fondi. Venivano infatti promesse rendite mensili e interessi anche dell’80% su investimenti fino a 200mila euro.

Il denaro sarebbe poi confluito in conti correnti aperti nel Belize (nel Corno D’Africa) e nella Repubblica Ceca. Al termine di questo lungo giro di denaro partito dal Salento, non sarebbe tornato indietro neppure un centesimo. L’inchiesta ha preso il via dalla denuncia presentata in Procura da un istituto bancario. A quel punto sono scattate le prime indagini ed il pm Donatina Buffelli, nell’aprile scorso, ha emesso un decreto di perquisizione negli uffici e nelle case dei due indagati, eseguito dagli uomini delle Fiamme Gialle.

Uno dei due indagati è difeso dall’avvocato Stefano De Francesco. Invece, la gran parte dei salentini truffati sono assistiti dai legali Giuseppe Romano e Andrea Capone.

Invece, l’italo brasiliano, prometteva interessi elevatissimi, che andavano dal 48 al 120% e, per i primi mesi, li saldava anche, salvo poi non corrisponderli più accampando una serie di scuse. Una vera e propria truffa, perpetrata ai danni di 50 leccesi che ha portato all’arresto di Fabiano Simones Santos, finito in manette a Praga, in esecuzione di un Mandato di arresto europeo.

Secondo quanto segnalato, le vittime sarebbero state “avvicinate” dall’indagato e da due suoi collaboratori che, operando al di fuori dei canali ordinari di intermediazione finanziaria, avrebbero proposto fantomatici investimenti nella società in oggetto operante nel settore pubblicitario. Le somme sarebbero state utilizzate per l’acquisto di banner on-line da rivendere o noleggiare ai maggiori siti mondiali e motori di ricerca internazionali.



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