Atti vandalici contro l’Associazione Persone Down? Sei ragazzi chiedono la “messa alla prova”

L’udienza è stata rinviata al 6 aprile, per la predisposizione dei programmi di riabilitazione e volontariato, a cura dei servizi sociali.

I sei minori accusati delle scorribande vandaliche a Nardò, nei confronti dell’Associazione Persone Down chiedono la “messa alla prova” e la sospensione del processo. È l’esito dell’udienza preliminare che si è celebrata in mattinata dinanzi al gup Ada Colluto, presso il Tribunale dei Minorenni. Il giudice ha avallato l’istanza presentata dal collegio difensivo degli imputati, di età compresa tra i 15 ed i 17 anni (uno è diventato nel frattempo maggiorenne), presenti oggi in aula. L’udienza è stata rinviata al 6 aprile, per la predisposizione dei programmi di riabilitazione e volontariato, a cura dei servizi sociali.

Ricordiamo che al termine del periodo di “messa alla prova” e nel caso in cui il percorso rieducativo dovesse andare a buon fine, i ragazzi avrebbero la possibilità di estinguere il reato e mantenere la fedina penale pulita.

L’inchiesta

Il sostituto procuratore Imerio Tramis della Procura dei Minorenni, nei mesi scorsi, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini. I sei ragazzini neretini rispondono delle ipotesi di reato di danneggiamento aggravato in concorso e di accensioni ed esplosioni pericolose.

Le indagini condotte dagli agenti del Commissariato di Polizia di Nardò si sono avvalse dei filmati delle telecamere della zona. Tra dicembre del 2018 e febbraio del 2019, la baby gang si era resa protagonista di svariati episodi, come il lancio di pietre. Non solo, poiché aveva ammucchiato la spazzatura per appiccare il fuoco a ridosso dell’ingresso secondario dell’Associazione, nella zona 167 di Nardò. In quell’occasione, era risultato decisivo l’intervento di un’operatrice della struttura che spegneva l’incendio, considerando la presenza di tubature della caldaia. In un’altra circostanza, i piccoli teppisti avevano preso a calci e divelto il box contenente il contatore del gas. E infine, avevano posizionato un petardo, in una nicchia posta sul retro che provocava la rottura del muro e della porticella in ferro, in seguito divelta a calci e abbandonata per terra.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Massimo Muci, Ezio Maria Tarantino, Tommaso Valente, Francesco Risi, Andrea Frassanito.



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