
Mesi, mesi e mesi per promuovere l’immagine del Salento, per raccontare che raggiungere il nostro territorio e trascorrerci qualche giorno significa non soltanto godere delle bellezze del mare e di quelle dell’architettura, del buon cibo e del buon vino ma anche e soprattutto essere accolti in una comunità in cui la vita non spersonalizza l’uomo ma lo valorizza mettendolo al centro dei rapporti umani.
E giù fiumi di inchiostro, di parole e di pagine colorate per spiegare che il Salento è bello, il Salento è buono, il Salento è vero. E poi in poche settimane ritrovarsi su tutti i mezzi di comunicazioni per questioni che nulla attengono al turismo bensì alla cronaca nera. Episodi tristi, macabri, crudeli. Episodi che sarebbero diventati la sceneggiatura di un romanzo noir di Giorgio Faletti. Citarlo è d’obbligo, nel giorno in cui uno dei più grandi scrittori italiani è scomparso.
Se ci si volta indietro e si getta un fascio di luce sugli ultimi 30 giorni, il bilancio che emerge è drammatico. Aggressioni, rapine, furti, spaccate, tabaccai e benzinai assaltati a tutte le ore del giorno e della notte a mo’ di bancomat… per non parlare poi delle operazioni che quotidianamente le forze dell’ordine devono porre in essere per mettere un freno al malaffare. Rifiuti più o meno tossici interrati nel sottosuolo che emergono da un passato non troppo lontano, proiettili e minacce recapitate ad imprenditori che con la loro attività muovono l’economia di un territorio che al di là della vulgata del sole, del mare e del vento è morso dalla crisi come pochi.
Il ritorno dell’usura, la recrudescenza del traffico della droga, e non solo.
L’immagine del Salento viene deturpata dalla notizia del rapimento a Monteroni di una bambina di 6 anni mentre giocava con i fratellini. Soltanto la pronta azione delle forze dell’ordine – aiutate dai cittadini – ha permesso di scoprire immediatamente gli autori del misfatto, evitando di perdere tempo preziosissimo nell’imminenza dell’accaduto. I motivi del perché di tale gesto sconsiderato, quelli invece, restano ancora da trovare.
Pochi giorni dopo, l’orribile mattanza di Porto Cesareo in cui due coniugi del posto, Luigi Ferrari e Antonella Parente, sono stati brutalmente colpiti con scalpello e martello da un uomo, a quanto sembra in preda all’effetto della cocaina. Ladro che poi, a omicidio effettuato, è andato a mangiarsi un panino.
Il giorno dopo, un ragazzo di Racale è stato accoltellato dopo di una lite. A nulla è servito il suo tentativo di scappare a bordo di un’auto. Ha perso la vita, poco dopo.
Dell’altro giorno la notizia di una morte sulla strada che sembrava il più classico dei tristi incidenti, salvo rendersi conto poco dopo che mentre la vittima lasciava la propria famiglia a causa dell’impatto sull’altra macchina coinvolta nel sinistro si nascondeva un borsone con un chilogrammo di marijuana.
Di ieri, invece, la notizia l’agguato a Lecce. Nel mirino Alessandro Sariconi, anche lui volto noto alla cronaca locale, che si è presentato poco prima delle 19.00 presso la «Clinica Petrucciani» con due ferite d’arma da fuoco alle gambe,chiedendo aiuto ai medici. Poco prima, a Monteroni, il silenzio della notte era stato interrotto da altri colpi, al vaglio degli inquirenti.
Insomma, altro che stare qui a raccontare di natura e cultura, di sole e luce. Il Salento si riscopre al centro di una recrudescenza simile a quella degli anni peggiori, quella che ci si era messi alle spalle proprio puntando sul turismo e sulla cultura che hanno reso questo territorio un’oasi felice agli occhi degli abitanti e dei turisti. Gli allarmismi non portano da nessuna parte, ma volgere lo sguardo in altra direzione facendo finta che nulla stia accadendo e che questa sia sempre la Terra di Bengodi è cosa peggiore.