Omicidio coniugi Ferrari: la Cassazione conferma l’ergastolo per Tarantino

Si introdusse nell’abitazione dei coniugi Ferrari e, sorpreso a rubare, li massacrò con un piede di porco. La Corte di Cassazione conferma l’ergastolo per Tarantino. La vicenda risale al giugno di tre anni fa.

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La Prima sezione della Suprema Corte di Cassazione, nella tarda serata dell’11 dicembre scorso, ha rigettato il ricorso proposto da Vincenzo Tarantino e confermato la sentenza con la quale lo stesso era stato condannato all’ergastolo sia dal G.u.p. Michele Toriello che dalla Corte d’Assise d’Appello di Lecce. Vincenzo Tarantino, 52enne, originario di Manduria, era accusato di aver assassinato i coniugi Luigi Ferrari, di 54 anni, e Antonella Parente, di 55, nella loro abitazione a Porto Cesareo, la notte tra il 23 e il 24 giugno di tre anni fa.

Tarantino, che era imputato per duplice omicidio e rapina, difeso dall’Avv. Giada Trevisi, aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, condizionato all’espletamento di una perizia sulla capacità di intendere e di volere al momento del fatto. Le indagini erano state svolte dai carabinieri del Nucleo investigativo, della Stazione di Porto Cesareo e della Compagnia di Campi Salentina e coordinate dall’allora sostituto Procuratore della Repubblica dott. Giuseppe Capoccia, che, poi, aveva chiesto ed ottenuto l’ergastolo in primo grado.

Tarantino si introdusse in quell’abitazione di via Vespucci per rubare e, scoperto dai coniugi, li massacrò con un piede di porco. La consulenza del dott. Suma ha escluso che Tarantino fosse incapace di intendere e di volere, nonostante l’uso di cocaina. Innanzi alla Suprema Corte, a nulla sono valsi i proclami d’innocenza dell’imputato, rappresentato dall’avvocato Antonio Savoia, che ha particolarmente insistito su alcuni aspetti contraddittori delle sentenze di merito e che ha chiesto, perciò, l’annullamento della condanna.

Le parti civili sono state rappresentate dall’Avvocato Giuseppe Bonsegna che, così come ha fatto il Procuratore Generale, ha chiesto il rigetto del ricorso e che, unitamente agli Avvocati Fiorino Ruggio, Francesco Spagnolo, Vincenza Raganato, Michele e Giulia Bonsegna aveva già rappresentato figli, fratelli e altri parenti delle vittime anche davanti alla Corte d’Assise d’Appello, in cui l’accusa era stata sostenuta dai dottori Claudio Oliva e Giampiero Nascimbeni. Avv. Giuseppe Bonse



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