Operazione Final Blow su droga, mafia ed intimidazioni: La Procura chiede 16 condanne con rito abbreviato

Nella prossima udienza, fissata per il 3 marzo, verranno analizzate le altre posizioni processuali relative al reato associativo.

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Si è tenuta in mattinata, presso laula bunker di “Borgo San Nicola”, dinanzi al gup Giulia Proto, la prima parte della requisitoria del pm Giovanna Cannarile della Dda, relativa al maxi processo con rito abbreviato, “Final Blow”, che ha portato a numerosi arresti di elementi dei clan leccesi Pepe e Briganti, ma che ha riguardato anche aree del Nord Salento e di Nardò e Galatone.

La Procura ha invocato: 5 anni e 4 mesi Marco Balloi, 40 anni, di Surbo; 2 anni per Daniele Balloi, 38enne di Melendugno; 6 anni e 10 mesi per Riccardo Buscicchio, 49 anni, di Lecce; 6 anni e 10 mesi per Salvatore Cicoria, 51 anni di Carovigno; 7 anni e 4 mesi Cengs De Paola, 45 anni, di Acquarica Del Capo; 5 anni e 2 mesi per Antonio Leo, 33 anni, di Caprarica; 4  anni e 2 mesi per Michele Lodeserto, 51 anni, di Lecce; 4 anni e 8 mesi per Luca Longo, 46 anni di Lecce; 4 anni per Vincenzo Modesto, 30 anni, di Squinzano; 4 anni e 8 mesi per Daniele Monaco, 34 anni, di Lecce; 5 anni, 6 mesi e 20 giorni per Roberto Patera, 42 anni, di Galatone;  4 anni a Nadia Pispero, 50 anni di Tricase; 2 anni ed 8 mesi per Emanuele Portulano, 21 anni di Lecce; 4 anni per Marco Ramundo, 31 anni di Leverano ( per un solo episodio); 4 anni e 6 mesi per Franco Tamborino Frisari, 40 anni di Maglie; 4 anni ed 8 mesi per Salvatore Stefanizzi, 31 anni, di Squinzano.

L’assoluzione è stata invocata per il solo Paolo Ramundo, 35 anni di Leverano.

Nella prossima udienza, fissata per il 3 marzo, verranno analizzate le altre posizioni processuali relative al reato associativo. Sul banco degli imputati compaiono anche:

Pasquale Briganti, inteso Maurizio, 51 anni, di Lecce; Debora Buscicchio, 30 anni, di Lecce; Andrea Cafiero, 29 anni, di Lecce; Cristian Calosso, detto Gufo, 34 anni, di Lecce; Antonio Cannoletta, 44, di Lecce; Stefano Castrignanò, 33 anni, di Lecce; Santo Gagliardi, 55 anni, leccese Antonio Giannone, 46 anni di Vernole; Leandro Greco, 41 anni, di Lecce; Maurizio Greco, 54 anni di Lecce; Rita Greco, 78 anni, di Lecce. E ancora, Vincenzo Luigi Lanzillotto, 30 anni, di Galatone; Luigi Lazzari, 45 anni, di Cavallino; Gianni Lementini, 38 anni di San Pietro Vernotico; Francesco Leo, 35 anni, di Caprarica di Lecce; Vito Manzari, 61 anni, di Lecce; Antimo Marzano, 36 anni di Nardò; Graziano Mazzarelli, 29 anni, di Lecce; Luciano Mazzei, 32 anni, di Calimera; Mario Miccoli, 50 anni di Lecce; Sebastiano Montefusco, 47enne, di Galatone.

E poi, Gianluca Negro, 35 anni, di Surbo; Giovanbattista Nobile, 35 anni, di Lecce; Francesco Panese, 25 anni, di Calimera; Antonio Pepe, 59 anni, di Lecce; Ruggero Perrotta, 45 anni, di Melendugno; Shkelzen Pronjaj, 35 anni, albanese, residente a Lizzanello; Gabriele Russo, 28 anni, di Galatone; Guerino Russo, 49 anni, di Galatone; Vincenzo Stippelli, 42 anni, di Squinzano; Cristian Urso, 44 anni di Lizzanello.

E ancora, Cristian Pepe, 46 anni di Lecce; Luigi Buscicchio, 63 anni, di Lecce; Stefano Garrisi, 32 anni, di Caprarica di Lecce; Manuel Gigante, 39 anni, di Lecce; Paolo Guadadiello, 33 anni, di Squinzano; Antonio Leto, 30 anni, di Caprarica; Giuseppe Marzano, 54 anni, di Galatone; Mattia Marzano, 29 anni, di Galatone; Stefano Monaco, 30 anni, di Lecce; Valentino Nobile, 30 anni, di Surbo; Gianluca Palazzo, 45 anni, di Lecce; Antonio Marco Penza, 37 anni, di Lecce; Vito Penza, 34 anni, di Lecce e Luigi Vergine, 46 anni, di Squinzano.

Invece numerosi altri imputati hanno patteggiato la pena. Solo tre persone, sono state rinviate a giudizio e dovranno affrontare il processo con rito ordinario.

Gli imputati rispondono a vario titolo di: associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, violazione della legge sulle armi, associazione finalizzata al traffico di droga e esercizio aggravato e partecipazione al gioco dazzardo.

Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Rita Ciccarese, Maria Azzurra Ciccarese, Marco Caiaffa, Roberto Pascariello, Carlo Sariconi; Giuseppe De Luca; Francesco Fasano; Carlo Viva; Raffaele Benfatto; Giancarlo Dei Lazzaretti, Umberto Leo, Lugi Rella, Luigi Corvaglia, Roberto De Mitri Aymone, Giuseppe Presicce; Carlo Caracuta, Massimo Muci, Benedetto Scippa, Cosimo DAgostino; Salvatore Rollo, Donata Perrone, Gabriele Valentini, Fabio Corvino, Laura Bruno, Alessandro Stomeo, Pantaleo Cannoletta, Francesco Calabro; Francesco Vergine; Paolo Cantelmo, Ladislao Massari, Andrea Capone; Silvio Giardiniero; Sivio Verri; Antonio Savoia; Paola Scarcia; Ivan Feola; Nicola Leo, Vincenzo Perrone; Mario Coppola; Anna Inguscio, Stefano Prontera, Laura Minosi, Pasquale Annicchiarico, Tommaso Donvito.

Le indagini

Sono in totale 69 le persone arrestate dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce, diretta dal Vicequestore Alessandro Albini, nel corso dellOperazione “Final Blow”, come disposto dal gip Simona Panzera, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Il lavoro investigativo ha permesso di accertare la consolidata egemonia su Lecce del Clan Pepe, facente capo a Cristian Pepe e a al fratello Antonio, meglio noto con il soprannome di “Totti”. Le investigazioni hanno evidenziato come il sodalizio criminale avesse ormai preso il controllo esclusivo nella città di Lecce e in molti comuni prossimi al capoluogo, delle principali attività criminali attraverso la gestione di canali di approvvigionamento della droga, la successiva vendita al dettaglio, le estorsioni oltre al controllo del gioco dazzardo.

Sono emersi ulteriormente elementi relativi al tentativo da parte del clan di influenzare loperato di amministratori locali al fine di assicurarsi le autorizzazioni a organizzare eventi e spettacoli in unarea oggetto di concessione comunale.

È il caso delle minacce allassessore Paolo Foresio, dopo la decisione di annullare il concerto dei Sud Sound System al Parco di Belloluogo, previsto per il 1 giugno del 2018. Difatti il giorno prima dellevento, il Comune di Lecce aveva emesso un provvedimento di diniego, poiché liniziativa era incompatibile con la gestione dellarea a verde pubblico. E allora, in una conversazione tra Stefano Monaco, “Totti” Pepe ed il cugino Andrea Pepe, emerge lira di questultimo, Consigliere della società che si era aggiudicata la gestione di alcune attività allinterno del parco.



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