“Final Blow” su mafia, estorsioni e traffico di droga. Inflitte 54 condanne per oltre 5 secoli di carcere

Il gup Giulia Proto al termine dell’udienza conclusiva tenutasi presso l’aula bunker di “Borgo San Nicola” ha disposto anche 8 assoluzioni

Arrivano 54 condanne per oltre 5 secoli di carcere e 8 assoluzioni, al termine del maxi processo con rito abbreviato relativo all’operazione investigativa “Final Blow”, che ha portato nel febbraio del 2020, a numerosi arresti di elementi di spicco dei clan leccesi Pepe e Briganti.
Il gup Giulia Proto nell’udienza conclusiva tenutasi presso l’aula bunker di “Borgo San Nicola” ha emesso le seguenti condanne: 24 anni per Cristian Pepe, 46 anni di Lecce (chiesti 20 anni); 20 anni per Antonio Pepe, 59 anni, di Lecce (20 anni); 24 anni per Pasquale Briganti, inteso Maurizio, 51 anni, di Lecce (16 anni ed 8 mesi); 20 anni per Luigi Buscicchio, 63 anni, di Lecce (20); 20 anni per Antonio Marco Penza, 37 anni, di Lecce (20); 8 anni e 8 mesi per Vito Penza, 34 anni, di Lecce; 18 anni ed 8 mesi per Manuel Gigante, 39 anni, di Lecce (16 anni e 8 mesi); 8 anni e 8 mesi a Giovanbattista Nobile, 35 anni, di Lecce (10); 18 anni e 8 mesi per Valentino Nobile, 30 anni, di Surbo (14 anni e 6 mesi); 8 anni per Luigi Vergine, 46 anni, di Squinzano (16 anni e 8 mesi); 10 anni per Gianluca Palazzo, 45 anni, di Lecce (13 anni e 8 mesi); 14 anni a Paolo Guadadiello, 33 anni, di Squinzano (13 anni e 8 mesi); 18 anni per Antonio Leto, 30 anni, di Caprarica (18 anni); 16 anni per Stefano Monaco, 30 anni, di Lecce; 14 anni per Gianluca Negro, 36 anni di Surbo.

Riguardo le altre posizioni processuali relative al reato associativo, il gup ha inflitto: 7 anni per Debora Buscicchio, 30 anni, di Lecce (8 anni e 8 mesi); 18 anni ad Andrea Cafiero, 29 anni, di Lecce (14 anni e 8 mesi); 10 anni per Cristian Calosso, detto Gufo, 34 anni, di Lecce (12 anni e 8 mesi); 5 anni e 4 mesi per Stefano Castrignanò, 33 anni, di Lecce (4 anni e 8 mesi); 14 anni e 4 mesi per Santo Gagliardi, 56 anni di Lecce; 8 anni e 6 mesi per Stefano Garrisi, 32 anni, di Caprarica di Lecce; 4 anni per Antonio Giannone, 46 anni di Vernole (5 anni e 6 mesi); 8 anni per Leandro Greco, 41 anni, di Lecce (9 anni e 4 mesi); 14 anni per Maurizio Greco, 54 anni di Lecce (13 anni e 8 mesi); 6 anni e 8 mesi per Rita Greco, 78 anni, di Lecce (8 anni). E ancora, 2 anni e 8 mesi per Vincenzo Luigi Lanzillotto, 30 anni, di Galatone (3); 13 anni ed 8 mesi per Luigi Lazzari, 45 anni, di Cavallino (13 anni e 8 mesi); 9 anni e 4 mesi per Francesco Leo, 35 anni, di Caprarica di Lecce ( 9 anni e 6 mesi); 14 anni per Vito Manzari, 61 anni, di Lecce (13 anni e 6 mesi); 7 anni a Graziano Mazzarelli, 29 anni, di Lecce (13); 7 anni e 8 mesi per Luciano Mazzei, 32 anni, di Calimera (8 anni e 4 mesi); 8 anni per Mario Miccoli, 50 anni di Lecce (8 anni e 4 mesi); 15 anni e 4 mesi per Sebastiano Montefusco, 47enne, di Galatone (13 anni e 8 mesi).

E ancora, 7 anni e 8 mesi per Francesco Panese, 25 anni, di Calimera (8 anni e 4 mesi); 8 anni per Ruggero Perrotta, 45 anni, di Melendugno (8 anni e 4 mesi); 10 anni per Shkelzen Pronjaj, 35 anni, albanese, residente a Lizzanello (11); 7 anni e 8 mesi per Gabriele Russo, 28 anni, di Galatone (8 anni e 4 mesi); 12 anni per Guerino Russo, 49 anni, di Galatone (13 anni e 8 mesi); 9 anni e 2 mesi per Vincenzo Stippelli, 42 anni, di Squinzano (9 anni e 2 mesi); 7 anni per Giuseppe Marzano, 54 anni, di Galatone (7 anni); 4 anni per Susanna Vonghia, 55enne di Galatone.

Invece, per gli altri imputati che non rispondevano del reato associativo, il gup ha inflitto: 4 anni e 4 mesi Marco Balloi, 40 anni, di Surbo (5 anni e 4 mesi); 1 anno e 4 mesi per Daniele Balloi, 38enne di Melendugno (2); 4 anni e 8 mesi per Riccardo Buscicchio, 49 anni, di Lecce (6 anni e 10 mesi); 6 anni e 10 mesi per Salvatore Cicoria, 51 anni di Carovigno (6 anni e 10 mesi); 6 anni e 6 mesi Cengs De Paola, 45 anni, di Acquarica Del Capo (7 anni e 4 mesi); 3 anni per Antonio Leo, 33 anni, di Caprarica (5 anni e 2 mesi); 3 anni per Michele Lodeserto, 51 anni, di Lecce (4 anni e 2 mesi); 4 anni e 6 mesi per Luca Longo, 46 anni di Lecce (4 anni e 8 mesi); 3 anni per Vincenzo Modesto, 30 anni, di Squinzano (4); 3 anni per Daniele Monaco, 34 anni, di Lecce (4 anni e 8 mesi); 4 anni per Roberto Patera, 42 anni, di Galatone (5 anni e 6 mesi); 3 anni a Nadia Pispero, 50 anni di Tricase (4 anni); 4 anni per Salvatore Stefanizzi, 31 anni, di Squinzano (4 anni e 8 mesi).

Il gup Proto ha assolto Paolo Ramundo, 35 anni di Leverano, come richiesto dal pm Giovanna Cannarile; Gianni Lementini, 38 anni di San Pietro Vernotico; Antimo Marzano, 36 anni di Nardò; Salvatore Cicoria, 51 anni di Carovigno; Emanuele Portulano, 21 anni di Lecce; Marco Ramundo, 31 anni di Leverano; Franco Tamborino Frisari, 40 anni di Maglie; Cristian Urso, 46 anni di Lizzanello.

In una precedente udienza, il pm Giovanna Cannarile della Dda aveva invocato complessivamente, oltre cinque secoli di carcere.
Invece numerosi altri imputati hanno patteggiato la pena. Solo tre persone, sono state rinviate a giudizio e dovranno affrontare il processo con rito ordinario.

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Rita Ciccarese; Marco Caiaffa; Giancarlo Dei Lazzaretti, Luigi Corvaglia, Carlo Sariconi, Mariangela Calò, Speranza Faenza, Giuseppe De Luca, Francesco Fasano, Carlo Viva, Raffaele Benfatto, Umberto Leo, Luigi Rella, Roberto De Mitri Aymone, Giuseppe Presicce, Carlo Caracuta, Massimo Muci, Benedetto Scippa, Cosimo D’Agostino, Alessandro Stomeo, Roberto Pascariello, Pantaleo Cannoletta, Francesco Calabro, Francesco Vergine, Paolo Cantelmo, Ladislao Massari, Andrea Capone, Silvio Giardiniero, Sivio Verri, Antonio Savoia; Paola Scarcia, Ivan Feola; Nicola Leo, Vincenzo Perrone, Mario Coppola, Anna Inguscio.
Sono in totale 69 le persone arrestate nel febbraio del 2020, dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce,, nel corso dell’Operazione “Final Blow”, come disposto dal gip Simona Panzera, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Il lavoro investigativo ha permesso di accertare la l’egemonia su Lecce del clan Pepe, facente capo ai fratelli Cristian e Antonio, detto “Totti”. Il sodalizio criminale aveva ormai preso il controllo esclusivo nella città e in molti comuni della provincia, del traffico di droga, delle estorsioni e del gioco d’azzardo. E tentava d’influenzare l’operato degli amministratori locali per assicurarsi l’organizzazione di eventi. È il caso delle minacce all’assessore Paolo Foresio, dopo la decisione di annullare il concerto dei Sud Sound System al Parco di Belloluogo, previsto per il 1 giugno del 2018.



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