Rapinano un centro scommesse e fuggono su una punto celestina: era della mamma del ‘palo’. 3 arresti

Colpo nel corso del tardo pomeriggio di ieri a Casarano, dove due malviventi armati di pistola hanno raggiunto un centro scommesse della cittadina. Dopo l’inseguimento, l’arresto.

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Il colpo al centro scommesse “Goldbet” che si affaccia su via Ferrari a Casarano tecnicamente è riuscito, ma la fuga con il bottino di mille e cinquecento euro, durata quindici/venti minuti, è finita sulla strada provinciale 350, dopo un breve inseguimento con i carabinieri che si erano messi sulle tracce dei malviventi.

Non avevano più scampo: accerchiati dalle pattuglie si sono arresi, sono scesi dalla macchina senza opporre resistenza. È stato in quel momento che per i banditi, arrestati in flagranza di reato con l’accusa di rapina, sono iniziati i guai. Si tratta di Luigi De Micheli, 26 enne di Casarano, considerato la mente dell’assalto, Josef Antonio Crisigiovanni, 23enne anche lui di Casarano e Michele Spennato, 21enne di Racale.

Per i due che hanno fatto irruzione nel centro si sono aperte le porte del carcere di Borgo San Nicola. Il terzo, che guidava la macchina con cui hanno tentato la fuga, è finito ai domiciliari. Un piccolo “sconto” dovuto al fatto che non sia un volto “conosciuto” alle forze dell’ordine, a differenza dei suoi complici e che, una volta finito in trappola, ha deciso di collaborare con i carabinieri facendo ritrovare le armi e il denaro.

Il colpo

Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 19.00 quando in due – con il volto coperto da un passamontagna per non essere riconosciuti – hanno fatto irruzione all’interno del centro scommesse da un ingresso posteriore. Impugnavano delle pistole, poi risultate false. Semplici ‘giocattoli’, modificati per fare paura.

Le armi, prive del tappo rosso, hanno intimorito i clienti presenti e soprattutto il dipendente che, senza opporre resistenza, ha consegnato nelle mani degli assaltatori il denaro contenuto nella cassa: 1.500 euro. Bottino in mano hanno guadagnato l’uscita, dove ad attenderli c’era un terzo complice al volante di una Fiat Grande Punto.

Il passo falso

È stata proprio l’auto utilizzata per la fuga a tradirli. Il colore “celestino” – insolito per chi sceglie di compiere una rapina e diverso dal solito nero, grigio metallizzato, blu e bianco usati – non è passato inosservato ad alcuni testimoni che sono riusciti anche ad annotare due numeri della targa. C’è stata anche un’altra disattenzione che si è rivelata poi determinante: la Grande Punto era intestata alla madre del palo.

L’inseguimento

Gli uomini in divisa si sono messi subito sulle tracce dei tre, stringendo tra le mani un dettaglio prezioso: il modello e, come detto, il colore dell’auto. I militari guidati dal comandante della compagnia di Casarano, Clemente Errico hanno cercato di ‘controllare’ tutte le possibili vie di fuga, dove erano stati allestiti i posti di blocco.

La caccia è durata pochissimo.
Sono stati i carabinieri della stazione di Melissano ‘allertati’ via radio a rintracciare i fuggitivi e dopo un breve inseguimento a tutta velocità sono stati sulla provinciale che da Casarano conduce a Taurisano, dove erano confluite diverse pattuglie.

Scattate le manette i tre sono stati accompagnati in caserma e ascoltati individualmente. L’unico a parlare, però, è stato Spennato. Grazie alla collaborazione del guidatore, infatti, è stato possibile completare il puzzle con i pezzi mancanti. I soldi li nascondeva De Micheli nella giacca. Le pistole scacciacani, invece, erano state abbandonate in un muretto a secco in contrada Pali.

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Le armi rinvenute

La collaborazione dei cittadini

Il colpo è stato rapido, è durato al massimo una manciata di minuti. Giusto il tempo di accaparrarsi i soldi e scappare via, ma anche l’arresto è stato “lampo”. Gli uomini in divisa sono riusciti a mettere le manette ai polsi al terzetto appena 15 minuti dopo il colpo. Tutto questo grazie anche alla collaborazione dei cittadini che, come ha sottolineato il comandante del Reparto Operativo, Domenico Pasquale Montemurro, si rivela fondamentale nelle indagini, a volte anche decisiva “Chi è stato testimone di un crimine deve chiamare il 112 perché ogni particolare può essere utile a chiudere il cerchio, come in questo caso lo è stato il colore dell’auto notato da alcuni cittadini. Non bisogna mai reagire perché non è possibile sapere chi abbiamo di fronte, se l’arma con cui minaccia è vera o giocattolo, ma bisogna fornire tutti i dettagli che sia un numero di targa o una stranezza”.



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