
Il giudice dice no al patteggiamento per padre e matrigna, nell’inchiesta sui presunti abusi sessuali per mano del padre di una ragazzina (ora maggiorenne), poi ripresi dalla matrigna, che avrebbe inviato il video al fidanzato per fare in modo che venisse interrotta la relazione tra i due giovani.
In mattinata, il gup Simona Panzera, nel corso dell’udienza preliminare, ha rigettato l’istanza di patteggiamento a 3 anni e 6 mesi, concordata dalla difesa dell’imputato con il pm.
La richiesta prevedeva la riqualificazione del reato di violenza sessuale in relazione incestuosa, oltre al reato di maltrattamenti e “revenge porn”. Per quest’ultima accusa, è imputata anche la matrigna. Anche per lei, il giudice ha rigettato la richiesta di patteggiamento, ma in questo caso a 6 mesi.
Dunque, è stata fissata una nuova udienza preliminare, davanti al gup Laura Liguori, per il 14 dicembre. In quella sede, la difesa potrà reiterare la richiesta di patteggiamento ed eventualmente avanzare una richiesta di rito abbreviato.
La presunta vittima di abusi si è costituita parte civile.
Le indagini
Le indagini condotte dai poliziotti del Commissariato di Gallipoli, diretti dal vicequestore Monica Sammati e coordinate dal sostituto procuratore Luigi Mastroniani hanno fatto luce su di una serie di episodi avvenuti in un comune del Basso Salento a partire dal 2015. Gli abusi sessuali per mano dell’uomo, secondo l’accusa, si sarebbero consumati quando la giovane andò a vivere con il padre e la nuova compagna.
E poi viene contestato l’episodio del video a sfondo sessuale. In base ad un accordo tra i due conviventi, la matrigna si sarebbe introdotta nella stanza in cui l’uomo stava consumando un atto sessuale con la figlia. La donna avrebbe effettuato un filmato utilizzando lo smartphone. Il video venne inviato al fidanzato della ragazza, per creargli imbarazzo ed indurlo ad interrompere la relazione con la giovane.
In seguito, i due fidanzati sporsero denuncia presso il commissariato di Gallipoli. Successivamente venne emesso un decreto di perquisizione in casa dei due sospettati. Dopo il sequestro dei telefonini, gli apparecchi elettronici vennero analizzati dal consulente informatico Silverio Greco, come disposto dal pm Mastroniani.