Gioie e dolori. I tifosi del Lecce si sono ormai abituati alle rocambolesche avventure sportive della propria squadra del cuore che negli ultimi anni è riuscita a scrivere pagine bellissime nel libro del calcio tricolore, così come sono state anche tante le pagine nere che hanno riempito la cronistoria della società salentina. Ma dall’ultimo ritorno in Serie B, ovvero a conclusione della stagione 2017/18, qualcosa sembra essere cambiato da queste parti. C’è la consapevolezza di avere alle spalle una società matura che possa gettare le basi per un periodo più ampio di stabilità ad alti livelli. Questo, almeno, è quello che sperano i tifosi giallorossi che intanto si godono gli ultimi successi dei propri beniamini.
La storia dei salentini tra alti e bassi
Come si diceva in apertura, tanti sono stati gli alti e bassi nella storia del Lecce. Una delle stagioni a cui i tifosi salentini sono più affezionati è quella della promozione in Serie A del 2010, un’annata partita in sordina (con due sconfitte nelle prime tre giornate) e che alla fine si è conclusa con la prima storica vittoria (sino ad allora) di un campionato di Serie B. Più o meno come quello che sta accadendo quest’anno, con Fabio Lucioni e compagni partiti ad agosto senza i galloni dei favoriti per gli analisti delle scommesse sul calcio e in procinto oggi di tagliare il traguardo davanti a tutti.

Era un Lecce che aveva conquistato cinque promozioni in Serie A in quindici anni all’epoca, ma quella del 2010 riuscì ad avere un sapore davvero speciale. In panchina venne confermato Luigi De Canio che l’anno prima era subentrato a Mario Beretta, pur tuttavia non riuscendo a portare alla salvezza i salentini. Nonostante le sirene della A, il tecnico lucano restò in Salento nel ruolo di allenatore-manager, sulla scorta delle esperienze fatte in Inghilterra al Queens Park Rangers di Flavio Briatore e Bernie Ecclestone.
De Canio rivoluzionò la rosa, puntando solo sulle conferme di capitan Guillermo Giacomazzi, Angelo, Fabiano e Giuseppe Vives. Spazio, dunque, ai giovani: in attacco – ceduto Simone Tiribocchi – arrivarono Alain Pierre Baclet, Guido Marilungo e Daniele Corvia (già protagonista anni prima della promozione in A), mentre sulla fascia sinistra venne acquistato l’algerino Djamel Mesbah che grazie alla straordinaria stagione giocata con il Lecce fu chiamato dalla sua nazionale per giocare la Coppa del Mondo. La partenza in campionato, come detto, non fu delle più emozionanti. Il Lecce riuscì a conquistare la vetta della classifica quasi a metà torneo ma da allora non la mollò più.
Un’altra stagione vissuta al cardiopalmo fu quella del 1996/97 con l’ex tecnico della Nazionale Gian Piero Ventura in panchina. I salentini erano stati appena promossi dalla Serie C e per quasi tutta la prima parte del campionato riuscirono a difendere il primo posto della classifica, salvo poi farsi sorpassare dal Brescia di Edy Reja che avrebbe vinto il torneo.
I pugliesi Cosimo Francioso e Francesco Palmieri formarono una delle coppie d’attacco più prolifiche di questa stagione e fu proprio grazie ai loro gol che il Lecce conquistò il terzo posto al termine del campionato e dunque il biglietto valido per il ritorno nella massima divisione.
