‘Non iscriveremo la squadra al campionato di Lega Pro’, i Tesoro salutano e se ne vanno

Nell’attesa conferenza stampa di patron Savino Tesoro non ci sono spazi a dubbi di sorta né a ripensamenti. La famiglia di Spinazzola vuole chiudere con il calcio nel Salento; i debiti ammontano a 4 milioni di euro, ma ce ne sono più di 3 di crediti.

Il dado è tratto e la decisione è stata comunicata nella Sala Stampa ‘Sergio Vantaggiato’ al Via del Mare, in quello stadio che non è riuscito, dopo tre anni di gestione della Famiglia Tesoro, a festeggiare il ritorno nel calcio che conta, almeno in Serie B.

Patron Savino ha comunicato quello che era trapelato già da ieri. Lui andrà via, loro andranno via, i Tesoro lasciano Lecce e il Lecce. “Noi non siamo riusciti nel tentativo di riportare in alto la squadra per una serie di ragioni, è giusto che ci provino altri”.

Si era incontrato ieri mattina con il Sindaco della Città, Paolo Perrone, con il quale aveva parlato di una presunta cordata interessata all’acquisto, cordata non salentina, però, e lui aveva anticipato i numeri dei bilanci societari che poi in mattinata ha ribadito, carte alla mano.

Si può condensare in questo refrain più volte ripetuto dall’imprenditore di Spinazzola il succo della questione. I Tesoro si sono stancati delle critiche, a loro dire eccessive nei confronti della proprietà, da parte di tutto l’ambiente salentino. Non ci sono più le condizioni economiche e morali per continuare insieme e provare per il quarto anno consecutivo a tagliare il traguardo della serie B.

“Avrei voluto congedarmi regalando la B, soprattutto  ai i tifosi che hanno gioito quando hanno vinto e si sono disperati quando hanno perso. Volevo relegare la B ai tifosi, a me e alla mia famiglia. È venuto il momento di far provare ad altre persone questa esperienza. È arrivato il momento che ci provino altri. È arrivato il momento che i Tesoro si facciano da parte.”

E poi giù il racconto, come un fiume in piena, con una vena di nostalgia ed anche di dispiacere al pensiero delle occasioni mancate, al ricordo degli avversari che hanno superato il Lecce in ben due finali play off e che adesso si ritrovano in Serie A, vedi il caso del Carpi e del Frosinone, appunto.

“Avevamo allestito squadre  competitive, basti pensare ai ciociari laziali che l'anno scorso non ci hanno mai messo sotto e adesso sono nella massima serie, cambiando un solo elemento. Peccato non aver centrato l’obiettivo!”

Quindi la solita tiritera contro la stampa a loro nemica: “Ci sono stati giornalisti che hanno parlato contro di me, ma il problema è che si è andati non contro la persona ma contro la squadra. Vi prego di non fare così con i nuovi proprietari.”

Già, perché poi si è giunti al clou della questione. Ad affrontare il momento economico della vicenda che non è certo di secondo piano. Ok, i Tesoro vanno via, ma cosa lasciano nelle casse? Cosa lasciano agli eventuali acquirenti che animeranno l’estate pallonara salentina con tutto il portato di sogni e delusioni che sempre si configurano in questi passaggi societari che non sono mai indolore? Anche qui, Patron Tesoro è stato chiaro e schietto, come si addice al suo carattere: “Ho intrapreso l'avventura con entusiasmo e grandi sacrifici economici. Ad oggi la società del Lecce, facendo conti proiettati al 30 giugno 2015, ha 4milioni e 200mila euro di debiti, di cui 2 milioni verso le banche e 800mila euro di pendenze verso fornitori, giocatori e società di riscossione tributi. Dobbiamo ancora 400mila euro alla Lega e 500mila euro di altre voci, chiamiamole varie. Ma non va dimenticato, vantiamo crediti per oltre 3 milioni e 600mila.

Voglio ricordare che quando sono arrivato ho messo 10milioni di denaro fresco. Oggi sono disponibile a dare anche a zero euro il titolo sportivo, purchè si facciano avanti persone che mi diano garanzie credibili perché voglio salvaguardare fino in fondo la società e affidarla a persone che possano fornire la giusta e necessaria continuità. Metto al società a disposizione di chi possa garantire 2milioni per le banche e poi per il resto si tratta. Sono tre mesi che ho fatto conoscere le mie intenzioni, non si può dire che non mi sia mosso in tempo.”

Più chiaro di così si muore. Questi sono i debiti che abbiamo, questi i crediti. Datemi 2 milioni per le banche ed il resto lo trattiamo, purchè siate persone serie. Giusto così, non c’è che dire.
Ma ci sono imprenditori dietro la porta? Sono vere le voci di cordate salentine?

“Ad oggi l'unica persona più proponibile di tutti è stato Ferrero, poi non si è presentato nessuno. Non ci sono cordate leccesi. Ferrero, solo Ferrero, è stato lui a chiamarmi, io non ho mai offerto il Lecce a qualcuno o ho chiamato qualcuno. Ripeto: non ho mai chiesto nulla per il titolo sportivo. Io non ho mai preteso di recuperare nulla perché sarebbe una cosa improponibile.”

Quindi la decisione delle decisioni, in attesa degli sviluppi futuri. I Tesoro non iscriveranno la squadra al prossimo campionato di Lega Pro, ma non credono che il calcio professionistico da Lecce possa scomparire: “Nelle mie previsioni non vedo un Lecce che sprofonderà. Mi sono adoperato e proseguirò a farlo per dare continuità. Con tutta onestà non vedo una quadro disastroso. Per quel che riguarda i giocatori dipenderà tutto da una nuova proprietà, ma quasi tutti hanno mercato, per me è un falso problema.”

Il tutto nella giornata in cui il calcio professionistico e semiprofessionistico viene attraversato da un nuovo scandalo, che getta tante ombre sulla regolarita anche del Campionato di Lega Pro dell'anno scorso.
 
 



In questo articolo: