Aggressione all’ambulante africano e bomba al Lido Cambusa, potrebbe esserci un collegamento

Il giudice, intanto, ha convalidato l’arresto di Mirko Castelluzzo, 37enne e Federico Ferri, 25 anni, confermando la custodia cautelare in carcere. Proseguono le indagini sull’ordigno al Lido Cambusa e si pensa ad un collegamento tra i due episodi.

Sono stati ascoltati, nella mattinata di oggi dal Gip Antonia Martalò, i due leccesi accusati di avere aggredito e tentato di affogare, un giovane venditore ambulante africano. Mirko Castelluzzo 37enne e Federico Ferri, 25 anni, assistiti dagli avvocati Benedetto Scippa e Giuseppe De Luca, nell'ambito dell'udienza di convalida hanno fornito la propria versione dei fatti sull'accaduto.
 
Il giudice ha convalidato l'arresto dei presunti aggressori, confermando la custodia cautelare in carcere e rigettando la richiesta dei difensori di disporre una misura "gradata", come gli arresti domiciliari. I due leccesi hanno risposto a tutte le domande rivoltegli dagli inquirenti, nell'ambito di un interrogatorio durato diverse ore. Nei prossimi giorni, comunque, verranno depositate dal Gip le motivazioni della convalida.
 
Castelluzzo e Ferri, secondo la ricostruzione degli inquirenti, si sarebbero, infatti, resi protagonisti di una brutale aggressione avvenuta domenica scorsa  nella marina leccese di Torre Chianca, ai danni di un venditore ambulante 17enne, originario della Guinea Bissau, in possesso di regolare permesso di soggiorno. Il giovane, come accadeva ogni giorno, tentava di vendere i suoi occhiali da sole ai bagnanti, fino a raggiungere un folto gruppo di giovani leccesi distesi sul bagnasciuga.
 
Il giovane avrebbe proposto la sua merce, ma nel vedersi non restituiti alcuni occhiali, avrebbe protestato e da lì sarebbe scoppiato il parapiglia; inizialmente avrebbe ricevuto insulti e spintoni, ma poi l'azione degli aggressori sarebbe proseguita con calci e pugni su ogni parte del corpo, finché due di essi non avrebbero tentato di affogarlo.

Quasi nessuno è intervenuto a difesa del giovane, ma per fortuna alcuni testimoni hanno allarmato le Forze dell'Ordine. La Polizia, giunta prontamente sul posto, ha assistito il malcapitato, ferito in più parti del corpo e visibilmente scosso.

Poi la ricostruzione della vicenda e l'identificazione dei colpevoli, che una volta portati via, avrebbero ricevuto la "solidarietà" di molte persone che hanno accerchiato i poliziotti. Sono stati comunque tratti in arresto, su disposizione del Pubblico Ministero di turno Paola Guglielmi, Mirko Castelluzzo e Federico Ferri. I due sono già noti alle forze dell'ordine. Castelluzzo annovera precedenti per mafia e associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Intanto, proseguono le indagini sull'esplosione di un ordigno che ha danneggiato gravemente (sono state sventrate quattro cabine ed un deposito adibito ad infermeria), il “Lido Cambusa”, situato a poca distanza dal luogo in cui si è verificata l'aggressione al giovane ambulante. Nelle scorse ore è stato sentito il titolare dello stabilimento, il quale ha negato di aver ricevuto minacce estorsive.

Per questo caso giudiziario, il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi della Direzione Distrettuale Antimafia ha aperto un fascicolo d'indagine. Dai primi accertamenti degli investigatori sembrerebbe che ci sia un collegamento tra la bomba piazzata al "Lido Cambusa” ed il pestaggio del 17enne della Guinea Bissau.

Questa pista sarebbe avvalorata dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, piazzate nella parte alta  dell'edificio che ospita il bar. I filmati "catturati", riprenderebbero due giovani arrivare sul luogo, scavalcare la recinzione e poi tornare indietro e fuggire via. L'aspetto più rilevante sarebbe che, da una prima ricostruzione degli inquirenti, le persone immortalate dai dispositivi di sorveglianza del "Lido Cambusa” mostrerebbero una certa somiglianza con alcune persone ritenute "vicine" a Castelluzzo e Ferri.
 
Infatti, dai filmati ripresi dalle telecamere collocate all'ingresso della questura, nei momenti successivi all'arresto dei due leccesi, emergerebbero dei "confronti" interessanti. Comparirebbero difatti, alcune persone che somiglierebbero ai presunti attentatori del Lido Cambusa.



In questo articolo: