Il denaro trovato addosso a Sergio Notaro durante la latitanza non gli era stato dato dai sodali per finanziarlo durante la fuga. È quanto ha stabilito la sentenza emessa dalla dr.ssa Adriana Almiento del Tribunale di Brindisi che ha così accolto la tesi difensiva dell'avvocato Paolo Spalluto.
Il giudice ha assolto Notaro con formula piena, disponendo anche il dissequestro e la restituzione della somma di 1.610 euro all’interessato, avanzata dal suo legale.
Invece secondo la Procura brindisina ( competente per Cellino San Marco), nella persona della dott. Savina Toscani, quei contanti provenivano dal delitto di riciclaggio relativo alla associazione di cui Notaro farebbe parte e costituiva perciò ricettazione di denaro sporco.
Egli infatti venne catturato in una villetta di Cellino San Marco il 1 dicembre 2014 e nella sua disponibilità vennero trovati più di 1.500 euro.Il difensore di Notaro ha invece sostenuto che non è configurabile il concorso fra i delitti di cui gli artt. 648 bis o 648 ter c.p., e quello di cui all’art. 416 bis c.p., quando la contestazione di riciclaggio o reimpiego riguardi denaro, beni o utilità provenienti proprio dal delitto di associazione mafiosa.
Sostanzialmente, secondo il legale "non può il delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso costituire il presupposto del reato di illecito reimpiego, e perciò si deve escludere l'applicabilità di quest'ultimo nei confronti del concorrente nel reato di associazione mafiosa, che reimpieghi anche per uso personale, i proventi direttamente derivanti dalla partecipazione all'organizzazione".
Il 56enne di Squinzano, Sergio Notaro è imputato nel processo Vortice DejaVu, con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Egli verrà giudicato con il rito abbreviato condizionato dall'ascolto di alcuni testimoni, come richiesto dai suoi difensori Paolo Spalluto e Viola Messa. Già nell'udienza di venerdì scorso sono stati sentiti due testi e nella prossima udienza del 19 febbraio, si procederà con l'ultimo, prima di cedere la parola al pubblico ministero Guglielmo Cataldi per la requisitoria.
