Boom di turisti per le strutture, boom di voucher per i lavoratori. La Cgil chiede più legalità nel settore

I dati degli arrivi e delle presenze parlerebbero quasi di sold out sul territorio, ma il lavoro stabile e garantito nel comparto turistico diminuisce sempre. La Cgil si schiera contro i voucher ed il precariato anche in un settore che dice di essere trainante.

Nel giorno in cui la Finanza scopre che a Gallipoli qualche furbetto avrebbe mandato i turisti a dormire, all’insaputa dei proprietari, in appartamenti sfitti o ancora invenduti e lasciati al collocamento delle agenzie immobiliari in una fase difficile del mercato, giunge la riflessione della Cgil.
 
Per il sindacato di Via Merine non sempre sviluppo turistico e legalità viaggiano insieme sul territorio, ‘…legalità intesa, innanzi tutto, come rispetto delle leggi sul lavoro e dei contratti nazionali del lavoro e come lotta al sommerso a 360 gradi’.
 
C’è qualcosa che non torna sul territorio salentino – secondo la Cgil e non solo, a dire il vero – quando si parla di boom turistico nella nostra provincia. Il motivo? Semplice. Alla parola boom è legato un benessere diffuso, trasversale, multisettoriale.

Invece quando si snocciolano i dati di quello che pare essere il comparto trainante dell’economia salentina ci si rende conto che gli arrivi e le presenze ormai hanno superato i limiti stessi di ‘assorbibilità’ (oltre i quali talvolta si cade nel disservizio e nella caduta di immagine), ma i risultati in termini di occupazione non mutano, anzi peggiorano. Se boom c’è allora deve avere un riverbero anche nel lavoro, altrimenti stiamo parlando di qualcos’altro.
 
‘Rispetto ai numeri delle presenze turistiche, sicuramente la Puglia e il Salento si attestano tra lemete a maggiore e crescente attrazione.E questo è un dato positivo – scrivono in una nota I segretari generali provinciali  Valentina Fragassi (Cgil) e Mirko Moscaggiuri (Filcams Cgil)-. Evidenziamo però che, ancora oggi, i dati sull’occupazione parlano di lavoro instabile, accessorio, fatto sostanzialmente di evasione contrattuale e di utilizzo sempre più diffuso dei voucher. I famosi “ticket da mini-impieghi” sono diventati, se non la regola, lo strumento predominante per impiegare personale addetto alle strutture turistiche, balneari, ricettive, e ai pubblici esercizi, soprattutto nel periodo estivo. Chiediamo inoltre che la Prefettura faccia da coordinamento sul rispetto delle norme e sulla necessità di aumentare la presenza di controlli da parte dell’ispettorato del lavoro sul territorio.’
 
Proprio per questo la Cgil promuove un referendum per l’eliminazione dei voucher dal mercato del lavoro italiano, la cui introduzione anziché eliminare il sommerso ed il nero sembra lo stia agevolando, favorendo la precarizzazione del lavoro.
 
‘La Filcams inoltre sta promuovendo, a livello nazionale, una campagna di comunicazione #summerwar e #ifantastici400000 (si stima in 400mila circa in Italia il numero di lavoratori stagionali del turismo), per denunciare le condizioni di lavoro, spesso ai limiti della legalità, dei lavoratori stagionali e richiamare l’attenzione sui gravi problemi di chi lavora nel settore, a partire dall’irrisorio periodo di sostegno al reddito durante la disoccupazione’.
 
Né tanto meno si può giocare sui numeri delle presenze turistiche, come spesso accade. La tracciabilità anche in questo comparto è data da un lato dal censimento della Questura e dall’altro dal versamento della tassa di soggiorno ai comuni. Quello che resta in mezzo è ‘nero’, ‘sommerso’ che non porta sviluppo ma lede la concorrenza tra le strutture.



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