La porta di Sant’Oronzo ad Acaya, lo ‘stargate’ del Salento

Acaya, piccola frazione di Vernole, è un luogo magico, l’ambientazione naturale di un film storico o anche di fantascienza

Varcare il confine della porta urbica di Acaya è come attraversare uno spazio immaginario, sospeso nel tempo. Un ‘altroquando’ del nostro mondo a portata di mano.

È l’unico esempio di cittadella fortificata nel sud Italia, ed è un luogo di una bellezza spregiudicata. Acaya, piccola frazione di Vernole, è un luogo magico, l’ambientazione naturale di un film storico o anche di fantascienza. 450 anime, strade perfettamente uguali che formano un singolare reticolo geometricamente dimostrabile.

Vi si accede da una monumentale porta urbica, sormontata da una statua in pietra di Sant’Oronzo, patrono della cittadina, posta lì nel Settecento. Era questo l’ingresso al borgo medievale di fattura cinquecentesca che aveva nel magnifico castello di Giangiacomo il suo punto di forza.

Varcare quella soglia è come entrare in una dimensione altra, diversa, quasi irreale, dove silenzio e pace sovvertono i ritmi convulsi del vivere quotidiano e dove la nostra storia sembra aver trovato casa.

Le possenti mura di cinta, o quel che ne rimane, incorniciano la bella Acaya che andrebbe vissuta di più, d’estate e d’inverno, per apprezzarne la forza spirituale che si diffonde dalle pietre che l’hanno costruita.



In questo articolo: