40 futuri sommelier attenti e curiosi di scoprire i segreti della produzione di un vino di alta qualità, sono quelli che si sono ritrovati l’altra mattina di buon’ora nella cantina Cosimo Taurino a Guagnano, una realtà fra le più significative ed importanti del settore vitivinicolo pugliese, protagonista in questi giorni, come ogni anno della prestigiosa vetrina del Vinitaly di Verona.
Accolti dall’amministratore e titolare di Cosimo Taurino Vini Antonio Bello, i corsisti guidati dal delegato AIS Rocco Caliandro hanno visitato la sede dell’azienda prendendo confidenza con le fasi della pesa delle uve, con lo scarico in vasca e la fase della fermentazione, per arrivare infine all’imbottigliamento.
Lungo il percorso è stata forte la suggestione e ricco di dettagli il racconto di Antonio Bello che insieme alla moglie Rosanna Taurino non omettono mai di rievocare il vissuto e l’opera del fondatore Cosimo Taurino, il quale lasciò una promettente attività di farmacista per dedicarsi ai vigneti e alla produzione di vino, asserendo che se le nostre uve piacevano ed erano apprezzate da altri potevano esserlo anche da noi, e quindi il vino ce lo potevamo realizzare da noi stessi.
Oggi quella tradizione continua con la proposta di vini storici e arcinoti come il Notarpanaro e il meraviglioso Patriglione, come i freschi e giovani Antoros e Stria e come l’ultimo nato Kompà derivante da una tipica espressione gergale del nord Salento.
Attraverso questo sopralluogo i futuri soci dell’Associazione Italiana Sommelier hanno potuto verificare in prima persona che cosa si nasconde dietro un bicchiere di buon vino e come quel gusto e quei sapori siano intimamente legati alla fatica e al duro lavoro che porta a quel risultato. Il tutto condito da passione e amore per la terra e per l’uomo.