Qualche anno fa, quando era ancora attiva l’Azienda di promozione turistica della Provincia di Lecce, le sagre venivano considerate come alcune fra le principali attrattive del territorio salentino. Ciò avveniva, in particolare, sotto la presidenza di Giuseppe Coppola, in un periodo fertile per l’attività di comunicazione del turismo locale, quando il territorio non era ancora un brand, bensì una frontiera.
In realtà la sagra è una delle componenti maggiormente legate alla storia delle nostre comunità e spesso intimamente unite alla dimensione culturale dei luoghi che le esprimono. Ciò è vero in parte, perché negli ultimi anni si è andata affermando una tendenza curiosa che ha visto il proliferare di eventi di spettacolo o di mero intrattenimento più o meno legati alla tradizione e non sempre in linea con il contesto socio economico che li esprimeva.
Eventi scollegati, improvvisati o speranzosi di promuovere prodotti e alimenti addirittura estranei alla tradizione locale. Un bel problema per i puristi della tradizione ma oggi, tuttavia, si è più propensi a lasciar fare e ad assecondare tutto ciò che emerge nella sfera popolare.
Le sagre sono particolarmente ricercate e amate dai turisti e dai forestieri, da tutti coloro che sono alla ricerca dell’essenza del territorio e dell’anima dei luoghi, ecco perché appartengono di diritto al patrimonio culturale del Salento.
Esse sono fortemente legate a temi di carattere religioso o devozionale, ma non sempre. Di certo sagre e feste patronali costituiscono il piatto forte della stagione estiva e cominciano a maggio per finire a ottobre.
La bella stagione si apre con la festa dei santi apostoli Giacomo e Filippo a Diso, ai primi di maggio, e si conclude a meno di un kilometro di distanza con la festa della madonna di Vignacastrisi a fine estate. In mezzo ci sono centinaia di sagre di paese e santi patroni che richiamano pellegrinaggi da ogni dove. Tra le più note e frequentate le feste patronali di Santa Domenica a Scorrano, di Santa Cristina a Gallipoli, dei Santi Martiri di Otranto, di San Rocco a Torrepaduli e di Sant’Oronzo a Lecce.
Si tratta di occasioni dove si mettono in luce le principali risorse culturali del Salento sul piano agroalimentare, artistico e dell’intrattenimento folkloristico. Basti pensare ai prodotti tipici, come olio e vino, grano e pasta, pesce e ortaggi, il tutto incorniciato dalle magnifiche luminarie e condito da balli e danze tipiche con l’immancabile pizzica salentina.
Insomma tutto il corredo dell’estate a est del sud, per rappresentare un’idea diversa di vivere la vacanza.