Questa volta Davide non viaggia da solo: da Trondheim a Bodo in compagnia di due amici

Continua il viaggio di Davide Urso alla scoperta dell’Europa. A Trondheim ha incontrato due ‘amici’ con cui ha deciso di partire per Bodo.

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Vi avevo promesso che avrei parlato del mio nuovo amico, di Honza. Tipo strano, che aveva uno zaino di 30 chili, quasi esclusivamente ripieno di attrezzatura da scalata. Un paio di ricambi personali e per il resto corde, picchetti, moschettorni…dormiva in una tenda, assieme al suo amico Pavel, che avremmo rivisto più tardi a Trondheim, con un sacco a pelo che lo proteggeva dal freddo.

La fragranza che emanava non era delle migliori, ma lo metti in conto quando viaggi all’avventura, soprattutto se il tuo standard è fermarti lungo un fiume (a 6°) e bagnarti nudo a mo’ di doccia, quindi senza sapone o bagno schiuma.

Non aveva uno smartphone, ma solo un telefono di quelli ancora in bianco e nero, la cui batteria dura una settimana, e che accendeva una volta al giorno per vedere se da casa lo avessero contattato per delle emergenze, o per comunicare con il suo amico.

Ha voluto segnarsi la ricetta del mio Banana bread, il migliore in assoluto sulla faccia della terra (la modestia è il mio forte), ha cantato a modo suo le canzoni che io suonavo a modo mio, come No woman no cry, Blowing in the wind, One…canzoni che ogni viaggiatore adora, canzoni universali, canzoni d’amore verso il mondo. Voleva imparare le parole di Wish you were here, quindi per quattro volte mi ha chiesto di far ricominciare quella canzone, mentre da Oppdal ci dirigevamo verso Trondheim.

La tratta di oggi è stata una delle più belle, perché in compagnia, con un ragazzo estremamente interessante, con il quale mi sono sentito di confidarmi di tutto e su tutto; anche lui lo ha fatto, sembravamo due migliori amici.

La cittadina era incantevole, la cattedrale e il campanile richiedevano abbastanza finanze economiche, quindi abbiamo deciso di non visitarli, preferendo il centro storico della città.

Abbiamo incontrato Pavel, il suo amico, nel rifugio dei pellegrini che arrivano in città. Dovete sapere che il Cammino di Santiago non è l’unico pellegrinaggio europeo, ce n’è uno anche in Norvegia, che sembra essere ancora più stremante. Al sapere che mi diverto a fare lo chef, Honza ha voluto offrirmi la spesa per cucinare e pranzare assieme, perché “ti mi hai aiutato ieri e io ti aiuto oggi”. Come si può non amare il mondo quando si incontrano persone così?

Abbiamo visitato il bar più bello che abbia mai visto: era una biblioteca aperta, con una cassetta dei libri da cambiare al di fuori di esso, che si affacciava sul fiume e che al suo interno suonava un complesso jazz. Il mio paradiso.

Mi sono accorto che l’indomani, per arrivare a Bodo, avrei dovuto percorrere 700 km, che in Norvegia significa 12 ore, il ché era impossibile, pertanto ho dovuto annunciare ai miei due nuovi amici che sarei partito in serata, non dormendo a Trondheim, ma in mezzo ai tragitto, per alleggerire la tratta dell’indomani.

La sorpresa più bella: hanno deciso di seguirmi, volevano arrivare con me a Bodo. Che meraviglia vivere all’avventura. Li invidiavo, ma dopo tre minuti mi sono accorto che anche io lo stavo facendo.



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