Ci accorgiamo di come scorre velocemente il tempo soltanto il 31 dicembre quando, volenti o nolenti, si traccia un bilancio dei dodici mesi trascorsi. Alcuni non vedono l’ora di chiudere l’anno e di iniziarne un altro in modo ‘diverso’, facendo propositi che spesso restano solo su carta. Ad altri dispiace che i 365 giorni, belli o brutti che siano stati, siano ‘finiti’ e con un pizzico di malinconia brindano con l’auspicio che i prossimi siano migliori. Anche noi di Leccenews24, abbiamo voluto tirare le somme e ripercorrere, mese dopo mese, i principali fatti di cronaca, quelli che hanno immalinconito, indignato, spaventato… allarmato.
Non è facile ricapitolare in poche righe un anno di notizie, soprattutto se riguardano temi che in un modo o nell’altro, hanno toccato la gente Salento che ci ha letto, commentato e persino, a volte, criticato.
Sembra ormai passato un secolo dalla cattura di Fabio Perrone. L’evasione da film dall’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce, dopo aver sfilato una pistola dalla fondina di un agente di polizia penitenziaria, ferito tre persone e rubato un’auto di una povera donna nel parcheggio, si era conclusa con la frase ‘Triglietta sei fritto’ pronunciata dal comandante della polizia penitenziaria della casa circondariale di Lecce, Riccardo Secci, La parola fine alla fuga, durata 63giorni, è stata scritta all’alba del 9 gennaio, quando l’uomo, vicino alla Sacra Corona Unita, è stato stanato in un appartamento di Trepuzzi, sua città natale.
Non è stato l’unico episodio, rimasto impresso nella memoria dei salentini. Da quando è stato scoperto il corpo senza vita della psicologa Virginia Quaranta, adagiato sul letto del suo appartamento in viale Rossini, si è cercato di chiarire se quella morte ‘misteriosa’ fosse una dolorosa tragedia, la storia triste di una 32enne stroncata da cause naturali o di una donna innamorata uccisa dall’uomo che amava e con cui avrebbe trascorso le sue ultime ore di vita.
Altre tragedie hanno sconvolto il Salento che ha trovato, nel silenzio e nella preghiera, una cura per alleviare il dolore. Come dimenticare il flebile filo di speranza che ha unito i cittadini di Trepuzzi (e non solo) nelle interminabili ore in cui il piccolo Roberto, il bambino di 10 anni travolto da una Mercedes classe B, guidata da un 39enne risultato positivo ai test antidroga, è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Lecce. Un filo che si è improvvisamente spezzato quando i medici, che lo avevano ‘coccolato’, si sono dovuti arrendere. Un dramma trasformato in un gesto d’amore che ha salvato la vita ad altri bambini grazie alla decisione dei genitori di donare gli organi di quel figlio perso troppo presto. La stessa incredulità è stata vissuta dai cittadini di Alezio che si sono stretti intorno alla famiglia di Samuele Piro, lo studente che ha perso la vita durante il giro su una giostra allestita per i festeggiamenti in onore della Madonna della Lizza. Il 15enne si trovava al centro del Tagadà quando è scivolato ed è andato a sbattere contro la balaustra di metallo. Si è spento in dieci, interminabili, minuti: questo è il tempo trascorso da quando è sceso dalla giostra a quando il suo cuore ha smesso di battere.
Proprio in quei giorni, il capoluogo barocco piangeva per la morte del senzatetto, Giuseppe Fiorentino, trovato privo di vita in un casolare abbandonato di via Taranto. Quello di Giuseppe era un volto noto in città. In un gioco crudele del destino era stato lui a scoprire, nell’inverno del 2014, i corpi Dino Martina e Veronica Piggini, precipitati nella cisterna dell’abitazione in cui avevano trovato rifugio.
Il fatto più ha fatto discutere è quello del 44enne leccese che maltrattava gli animali. A fare luce sugli orrori che si consumavano all’interno di un’abitazione di San Ligorio è stato un video amatoriale, diffuso sui social network, che ha attirato le proteste e la rabbia della gente. Nel filmato si vede l'uomo lanciare in aria i suoi cagnolini per poi colpirli con una mazza. Sequenze shock che non sono passate inosservate ad un poliziotto che ha messo fine alle sevizie.
Lasciò tutti senza parole anche la storia di una 41enne rumena, violentata, minacciata di morte e persino costretta a mangiare le feci del suo carceriere. L’incubo per la donna finì una mattina quando, approfittando del fatto che il suo aguzzino si era addormento, riuscì a raggiungere in pigiama il commissariato di Polizia, dove finalmente al sicuro raccontò l’orrore vissuto.
Il 2016 è stato (ancora) l’anno dei traffici di droga provenienti dall’Albania, come dimostrano le decine di sequestri o ritrovamenti. L’anno delle rapine, dei furti in appartamento, delle spaccate ma anche l’anno anche della pax mafiosa violata a Casarano, per usare una frase del procuratore Cataldo Motta. Dopo l’omicidio di Augustino Potenza, freddato con undici colpi di kalashnikov nel parcheggio di un supermercato un mese dopo è ‘toccato’ a Luigi Spennato, che ha avuto più ‘fortuna’ del suo compare. Il 41enne, volto noto alle cronache locali è stato raggiunto da almeno due sicari, mentre si trovava in macchina a pochi passi dalla sua abitazione, che hanno aperto il fuoco.
Non è stato un anno facile, non è stato facile raccontarlo, ma vogliamo chiuderlo con due notizie più recenti. La giustizia ottenuta da una ‘mamma coraggio’, Cecilia Greco che ha combattuto con tutte le sue forze per ottenere la condanna degli aguzzini di suo figlio, Simone Renda morto in circostanze misteriose in un carcere messicano. E il caso dei veleni tombati nel Salento che, siamo certi, ci accompagnerà anche nel 2017.
