Guardando l’altare maggiore della Basilica di Santa Croce a Lecce bisogna andare a sinistra. Siamo al cospetto di una delle opere più sontuose del Barocco salentino, un tripudio di intagli e intarsi su pietra. È l’altare dedicato a San Francesco di Paola, realizzato dal leggendario architetto e scultore leccese Giuseppe Zimbalo.
Si narra che San Francesco, alcuni mesi prima dell’invasione dei turchi che presero Otranto nel 1480, avesse mandato un’ambasciata al re Ferrante d’Aragona chiedendogli di lasciar perdere le guerre in centro Italia e di concentrarsi sulla Puglia dove i Saraceni avrebbero messo a ferro a fuoco alcune città.
Si trattò di una vera e propria profezia perché alcune settimane dopo i turchi arrivarono, presero Otranto, massacrarono gran parte della popolazione e decapitarono 800 giovani che non vollero rinnegare la fede cristiana.
Francesco assicurò comunque che l’oppressione ottomana sarebbe durata poco, e infatti esattamente un anno dopo il figlio di Ferrante, il Duca Alfonso d’Aragona mosse una coalizione internazionale che liberò Otranto. Era il 1481.
Il tutto è raffigurato nelle sezioni dell’altare barocco, insieme ad altre visioni sacre, sempre legate ai prodigi compiuti per intercessione del santo calabrese.
La basilica di Santa Croce, in un contrasto stridente tra la magnificenza e l’opulenza della facciata barocca e la sobrietà degli interni, vanta questo gioiello di valore assoluto, grazie ad un genio di nome Zimbalo.