Il Lecce tira dritto: piena fiducia a Corini. La storia dei cambi in panchina sotto la gestione Sticchi Damiani

Da sempre nel calcio, quando le cose vanno male, quello che paga per tutti è l’allenatore. Mister Corini è da tempo sulla graticola dei tifosi, insoddisfatti per un gioco che latita a decollare. La società fa quadrato

Da sempre nel calcio, quando le cose vanno male, quello che paga per tutti è l’allenatore. Mister Corini è da tempo sulla graticola dei tifosi, insoddisfatti per un gioco che latita a decollare, una difesa che fa acqua ed una mancanza di vittorie, solo 3 in casa (Pescara, Reggiana e Vicenza) e 2 negli ultimi 13 turni, ma non certo dalla società, che sia dopo la sconfitta con l’Ascoli ed il pari con il Brescia, ha precisato che il tecnico non è mai stato in discussione e che “il nostro rapporto con gli allenatori non si regge sull’onda emotiva del risultato, ma sulla costruzione del progetto”.

Ma come è stato fin’ora il rapporto con gli allenatori da parte della Società, e quando e perché hanno scelto di esonerare un mister da loro chiamato per guidare il Lecce?

Antonino Asta

L’attuale gruppo dirigente, al netto degli avvicendamenti che ci sono stati nella compagine societaria, rileva l’Us Lecce dalla famiglia Tesoro, e nell’estate del 2015 sceglie Antonino Asta per cercare la risalita in B. L’allenatore siciliano, Cuore Toro, è considerato un’emergente; nelle tre stagioni precedenti ha centrato un quarto posto ed una finale play-off con il Monza (sconfitta con il Venezia) in Lega-Pro 2° divisione, ed una finale play-off con il Bassano (sconfitta con il Como), per l’accesso alla B.

C’è grande entusiasmo, ma le prime 6 giornate si rivelano decisive per il destino di Mister Asta, una sola vittoria, 3 pari e 2 sconfitte nei derby con l’Andria in casa, e con il Foggia allo Zaccheria per 4-0, che si rivela fatale, la squadra appare allo sbando, ed Asta viene esonerato.

Piero Braglia

Il Lecce viene così affidato a Piero Braglia, un’allenatore di provata esperienza, che ben conosce la categoria, ha conquistato per 3 volte la Serie B con Catanzaro, Pisa e Juve Stabia. Con Braglia il Lecce, dopo 3 vittorie ed una sconfitta, inizia una cavalcata lunga 18 risultati utili consecutivi, che pare condurre in B, spreca tutto nelle ultime 6 giornate, si piazza al 3° posto, per poi arrendersi al Foggia nella semifinale play-off del 30 maggio 2016.

Pasquale Padalino

La delusione è grande, il Lecce decide così di non proseguire con Braglia, cambiando anche direttore sportivo, via Trinchera, affidandosi a Mauro Meluso, che sceglierà come allenatore, d’intesa con la società, Pasquale Padalino. Il Mister foggiano, che è stato calciatore del Lecce, in Serie A nella stagione 1993-94, anche lui come Asta, è considerato un’emergente, ha riportato il Foggia in Lega-pro, ed è reduce da un brillante campionato con il Matera, con cui ha sfiorato i play-off, per lui contratto biennale, segno che si vuole costruire un progetto.

Per la B è un duello a due con il Foggia, e proprio con i Satanelli accade un’episodio che mina il rapporto tra tecnico e tifosi, nel match decisivo allo Zaccheria per la testa della classifica, il Lecce è battuto 3-0, a fine gara Padalino s’intrattiene disteso e sorridente, con gli avversari, per i tifosi è un’affronto, frustrati dall’ennesima promozione diretta che sta per svanire, lo accoglieranno al Via Del Mare con lo striscione: “Ingrato Foggiano, a Lecce, non ti Vogliamo…”. Nelle successive 5 gare il Lecce fa 11 pt., cade alla terz’ultima giornata in casa con il Messina, e la Società decide di esonerare Padalino.

Roberto Rizzo

A due gare dal termine della regular season, la squadra viene affidata a Roberto Rizzo, il Mister di San Cesario di Lecce, ex calciatore giallorosso, conquistò la storica promozione in A del 1985, aveva già guidato il Lecce nel 2006 in Serie A, per 17 gare, non riuscendo ad evitare la retrocessione in Serie B, oltre che essere stato il tecnico della Primavera che conquistò due scudetti nel 2003 e 2004.

Con Rizzo il Lecce affronta i play-off, superata la Sambenedettese agli ottavi, esce ai quarti con l’Alessandria, pur meritando ma non concretizzando le occasioni avute, sono i calci di rigore a sancire che sarà ancora Lega-Pro… Il Lecce decide comunque di puntare su Rizzo per la stagione successiva, e lo conferma. L’inizio non è dei migliori, dopo 4 punti in tre giornate, ed una pesante sconfitta a Catania per 3-0, Rizzo si dimette, la Società lo invita a ripensarci, ma il Mister non recede dalla sua scelta, adducendo motivi personali. Un grande ex del Lecce, Eugenio Fascetti, dirà poi che Rizzo si è dimesso perché è stato abbandonato.

Fabio Liverani

Dopo un’attenta riflessione, ed aver temporaneamente affidato la squadra a Primo Maragliulo, che la guiderà alla vittoria con il Rende, il Lecce sceglie per la panchina Fabio Liverani. Con l’allenatore romano inizia una fantastica cavalcata, che porterà il Lecce ad uscire dopo 6 anni dall’Inferno della Serie C, e nel giro di 1 solo anno a ritornare in Serie A dopo 7 anni di assenza, categoria che non riuscirà a conservare, forse soltanto per l’impatto dell’emergenza Covid, sul campionato. Nonostante il ritorno in B, la Società conferma Liverani, a cui intende affidare un nuovo progetto. Il Mister che aveva un contratto sino al 2022 nicchia a firmare, ammaliato dalle sirene che lo porteranno sulla panchina del Parma, la Società è costretta ad esonerarlo.

Eugenio Corini

La carrellata fatta sugli allenatori che hanno preceduto Eugenio Corini, ci aiuta a capire quale potrebbe essere l’evoluzione del rapporto con il Mister di Bagnolo Mella. Corini è stato scelto per un progetto triennale, in cui ritrovare la Serie A, valorizzando i tanti giovani, con cui Pantaleo Corvino sta ricostruendo la Cantera Salentina. La Società ha dimostrato di non fare scelte umorali dettate dal risultato, ma dall’allineamento dei Mister al progetto condiviso. Un possibile scenario che potrebbe portare all’esonero di Corini sarebbe esclusivamente la caduta verticale verso il baratro della C, con la squadra sfuggita di mano al Mister. Continuando, invece, la navigazione intorno all’8° posto, utile per disputare i play-off, non ci sono le premesse per una sostituzione e rimangono intatte sia le chances del ritorno in A che dello sviluppo del potenziale del Lecce del futuro.

I tifosi, tra paura della C e il sogno della A

Giustamente i tifosi fanno altri ragionamenti, guardando agli ultimi 2 campionati di B, c’è chi è spaventato pensando al Perugia dello scorso anno, che alla 22ma aveva 1 punto in più del Lecce di oggi, e che poi è retrocesso in Serie C, chi è più ottimista ricorda il Verona del 2019, alla 22ma aveva gli stessi punti del Lecce di oggi, e fu poi promosso. Sia il Perugia che il Verona, esonerarono gli allenatori, agli umbri non è servito, agli scaligeri sì.



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