Delusioni, partenze e rivoluzioni: il 2015 del Lecce nell’attesa dell’annata giusta

Da Pagliari a Braglia quello che si è chiuso è stato per il Lecce un anno da dimenticare dal punto di vista dei risultati, ma resterà impresso negli annali grazie al cambio registrato ai vertici societari: l’addio dei Tesoro e l’arrivo della cordata guidata da Sticchi Damiani.

Si è chiuso anche un altro anno e, sebbene la stagione calcistica sia solo al giro di boa, è comunque tempo di bilanci. In casa Lecce il 2015 ha riservato il punto più basso dal punto di vista dei risultati, con il sesto posto in Lega Pro conseguito nella scorsa stagione. Poi il cambio societario con l’avvento della cordata Tundo-Sticchi-Liguori: ancora un cambio di allenatore e infine il rilancio ai vertici della classifica per puntare a quella tanto agognata Serie B.

Gennaio: il 2015 si era aperto per i salentini con l’ennesimo cambio in panchina. Il Lerda-bis a metà stagione si era già inceppato e dopo i tre ko consecutivi rimediati contro Foggia, Martina ed Ischia la famiglia Tesoro esonera per la seconda volta il tecnico piemontese: al suo posto arriva Dino Pagliari. L’ex Pisa fa l’esordio al Via del Mare nel giorno dell’Epifania quando, contro la Vigor Lamezia raccoglie solo un pari: pirotecnico il 3-3. Una settimana più tardi arrivano i tre punti: con una doppietta di Moscardelli i giallorossi superano la Lupa Roma. Nella prima trasferta, poi, Pagliari impatta sul campo del Barletta, ma nella gara successiva (rinviata di un giorno a causa della copiosa piaggia) il Lecce torna a vincere contro il Matera. Qualcosa però continua a non andare e nel posticipo della 23^ giornata il Lecce si fa rimontare e superare dalla Reggina, aprendo ancora una volta crepe insanabili. 

Febbraio: 8 punti in 5 gare evidentemente non bastano e la dirigenza decide di cambiare ancora. Dopo appena un mese, Pagliari saluta il capoluogo barocco e al suo posto arriva il giovane e promettente Alberto Bollini. Il tecnico oggi vice di Reja in Serie A bagna il debutto con un successo sul Savoia, ma la Curva Nord proprio non gradisce l’andamento altalenante della squadra. In questo clima infuocato il 12 febbraio arriva la forte scossa di terremoto: il patron Savino Tesoro chiama a raccolta stampa e tifosi e annuncia di voler lasciare il Lecce a fine stagione: troppi, a sua detta, sono coloro che remano contro, a partire dalla politica locale. Sul campo però l’annuncio-shock di Tesoro pare non avere ripercussioni e a Pagani il Lecce pesca altri 3 punti. Bollini conquista anche il terzo successo consecutivo: Moscardelli e Salvi firmano i gol che mettono ko il Messina, agguantando così il terzo posto.

Marzo: il primo giorno di marzo fa assaporare l’amaro gusto della sconfitta al nuovo tecnico. Il Lecce cade per 1 a 0 contro la Casertana e la prestazione lascia molto a desiderare. Caserta però pare essere stata solo una brutta parentesi, chiusa in fretta dall’eurogol di Checco Lepore sotto la Nord che regala ai salentini il successo contro la Juve Stabia, riacciuffando la terza piazza in classifica. Ancora una volta al ‘Via del Mare’ il Lecce non può fallire l’appuntamento contro la capolista Salernitana, ma una disattenzione difensiva permette a Colombo di beffare Caglioni. La sconfitta contro i campani rigetta tutti nello sconforto e i giallorossi escono sconfitti anche da Cosenza. A rimettere tutto sui giusti binari è il solito Moscardelli che, con la sua seconda doppietta stagionale, sbriga la pratica Aversa. Non ci sono più margini d’errore e serve solo continuità per non rischiare persino il treno playoff. L’ultima gara del mese, però, riserva delusioni e polemiche: il Lecce esce con le ossa rotte dalla sfida contro il Catanzaro e in sala stampa il ds Antonio Tesoro tuona: il Giudice Sportivo ferma per 5 turni Moscardelli, due gare di stop per Lepore e Di Chiara, una per Mannini. ‘Vogliamo giocare ad armi pari con tutti – sbotta Tesoro jr – ma a quanto pare non ce lo permettono’. I tifosi, dunque, si danno appuntamento in Piazza Mazzini per una protesta contro la Lega.

Aprile: dopo le polemiche e con uno stadio interno che chiede ‘Rispetto', il Lecce riceve il Benevento e nonostante le numerose assenze, Papini regala la vittoria ai suoi, ristabilendo contatto con la zona playoff. Un contatto che però si perde nuovamente qualche giorno dopo: a Melfi il Lecce gioca una gara brutta e noiosa e, nonostante la superiorità numerica, riesce comunque a perdere. La domenica successiva non ci sono alibi contro una diretta concorrente: arriva il Foggia e a stenderlo ci pensa Doumbia. La zona utile per gli spareggi-promozione, però, resta lontana e in casa del Martina Franca è ancora Doumbia a risultare decisivo: il francese porta in dote 6 punti in una settimana tenendo accesa la fiamma della speranza.

Maggio: ultimo mese di campionato e al Lecce serve un miracolo. Nell’ultima uscita davanti ai propri tifosi, i giallorossi ospitano l’Ischia. Doumbia conferma il suo stato di grazia siglando una tripletta, ma dalle radioline non arrivano buone notizie: le altre vincono tutte e a 90 minuti dal termine sembra tutto perduto. L’ultima gara, quella decisiva, si gioca a Lamezia Terme e termina 1 a 1, mentre dagli altri campi arrivano brutte notizie. Il Lecce conclude la stagione al sesto posto (peggio risultato nell’ultimo ventennio) fuori dai playoff. Il futuro all’orizzonte appare nerissimo. Bollini si dice dispiaciuto per il finale, chiude le valige e va via. Il presidente Tesoro anche si dice rammaricato: ‘Avrei voluto congedarmi regalando a tutti la Serie B’ – dice – e ribadisce la sua volontà di cedere. A fine mese Savino Tesoro torna a parlare: ‘Leggo di tutto e di più sui giornali, ma la verità è che non c’è nessuna trattativa poiché nessuno si è avvicinato a chiedere informazioni sulla società: Lippolis, Barba, Ingrosso, Ferrero… nessuno ha vere intenzioni’.    

Giugno: nessuna trattativa concreta, ma qualcuno ha davvero a cuore le sorti dei colori giallorossi. Inizia a prendere corpo l’ipotesi di una cordata romana guidata da Severio Sticchi Damiani. L’esperto legale non conferma e non smentisce, ma un barlume di speranza pare intravedersi. Il 22 giugno la bella notizia: viene formalizzato il preliminare di cessione delle quote societarie dalla famiglia Tesoro al gruppo di Sticchi Damiani e il giorno seguente il nuovo sodalizio si presenta. Nessun romano in campo, ma solo veri salentini: oltre all’avvocato, infatti, ci sono Enrico Tundo, Corrado Liguori, il Prof. Adamo e il nuovo Responsabile dell’Area Tecnica Stefano Trinchera, coadiuvato dall’esperto di mercato Romualdo Corvino, figlio di Pantaleo. Sticchi parla di una scelta fatta col cuore perché il Lecce rischiava si essere cancellato per sempre. Ringrazia i Tesoro, i Semeraro e si mette al lavoro. 

Luglio: il mese di luglio si apre con l’ingaggio del nuovo tecnico. Si tratta di Antonino Asta, ex giocatore di Torino e Palermo, autore di una straordinaria stagione in quel di Bassano del Grappa e pronto a misurarsi con un pensante blasone. Il mercato intanto è in fermento: Papini prolunga il contratto e la squadra parte per il ritiro a Castel di Sangro. Qualche giorno dopo viene ufficializzato l’arrivo di un elemento direttamente dalla Serie A: si tratta del regista Giuseppe De Feudis, capitano del Cesena. Rinnovano il contratto anche Franco Lepore e Stefano Salvi. Dalla Fiorentina, poi, arriva un altro giovane promettente: si tratta del difensore Nicolò Gigli. Il parco portieri, intanto, saluta Caglioni che va alla Feralpi Salò. Il mese, però, si chiude con il lancio della nuova campagna abbonamenti: Sticchi Damiani e Tundo vogliono un Via del Mare che sia una vera ‘Tana dei Lupi’ e propongono prezzi più che popolari. Gli abbonamenti alla fine toccheranno numeri da massima serie.

Agosto: il Lecce torna dall'Abruzzo ed è pronto per il debutto ufficiale della nuova stagione. Arriva in Salento il Catanzaro per la gara valida per il primo turno di Coppa Italia. I giallorossi vincono ai rigori grazie ad un super Benassi, ma scoppia il caso Falco: il giovane, seppur convocato per la partita, abbandona il ritiro agli ordini di Asta e viene messo fuori rosa: verrà ceduto al Bologna. Il secondo turno di Tim Cup serve la prima batosta ad Asta: in Emilia, contro il Cesena, finisce 4 a 0. Il mercato ad ogni modo è in fermento e il Lecce ingaggia Suciu, Cosenza, Pessina e Lo Bue. La prima fase di sottoscrizione degli abbonamenti si rivela un successo: a Lecce è tornato l’entusiasmo. In uscita vengono ceduti Della Rocca, Herrera, Pino e Mannini. Il 24 agosto arriva il botto sparato da Trinchera: in Salento sbarca il bomber Davis Curiale. Segue l’ingaggio di Liviero, giovane scuola Juventus. Alla corte di Asta arriva anche il possente ungherese Balint Vecsei. L’ultimo giorno del mese arriva l’altro super colpo: veste di giallorosso anche il fantasista uruguaiano Juan Surraco.

Settembre: Vinetot viene ceduto all’Albinoleffe, ma in casa Lecce prosegue la rivoluzione. Arrivano Diop, Freddi e il salentino Camisa. Confermato, poi, Matteo Legittimo. Alla vigilia della prima gara di campionato, Stefano Trinchera tira le somme del mercato e si dice entusiasta per aver allestito un organico competitivo.  Arriva il 7 settembre, i giallorossi giungono al ‘Via del Mare’ a bordo del nuovo pullman sociale per la prima gara della nuova stagione: il debutto è amarissimo. Davanti a 10mila spettatori il Lecce cede il passo alla neo-promossa Fidelis Andria, con tanto di trenino dei giocatori baresi sotto la Curva. Mentre Rosafio si accasa al Melfi, i slaentini riscattano la prima uscita a vuoto battendo a domicilio la Juve Stabia. Sul fronte societario, intanto, la vecchia dirigenza fa sapere che è imminente l’approvazione del bilancio e il conseguente passaggio definitivo di consegne. Sul campo, però, la squadra stenta e in casa arriva solo un pari con la Casertana. Sul finir del mese il Lecce, privato dei suoi tifosi, giunge a Martina Franca e agguanta il pari con un colpo di reni di Vecsei sul finale.

Ottobre: il mese si apre con il big match tra due nobili decadute. Il Lecce, infatti, riceve il Catania, ma di vincere davanti al proprio pubblico proprio non c’è verso. La truppa di mister Asta inizia ad accumulare un ritardo significativo sul gruppone di testa e, inevitabile, arriva il tracollo. A Foggia finisce con un impietoso 4 a 0 per i satanelli e per il tecnico di Alcamo la panchina inizia a tremare. La dirigenza si prende qualche ora di riflessione ma il 12 ottobre, di buon mattino, arriva l’esonero. Asta è il terzo allenatore che lascia il Lecce in un solo anno solare. Al suo posto arriva Piero Braglia: sergente di ferro, toscano, il quale bada bene a non prenderle e a garantire spettacolo. Intanto arriva il nuovo main sponsor: si tratta di ‘Moby’, colosso del mondo delle crociere. Braglia battezza nel migliore dei modi la prima in giallorosso: con un gol di capitan Papini il Lecce supera l’Ischia e ritrova la vittoria. In trasferta è ancora 1 a 0 per i giallorossi contro il Melfi. La settimana che segue vede una data importante per la storia del dell’Us Lecce: il 28 ottobre, infatti, viene approvato il bilancio, con il vecchio CdA che si dimette. Nello stesso giorno il Lecce è in campo per affrontare il Matera per la gara di Coppa Italia di Lega Pro: finisce 2-1 per i salentini.   

Novembre: lunedì 2 novembre torna il campionato. Il Lecce si impone ancora una volta per 1 a 0 sul Monopoli. Non c’è spettacolo, ma tanta sostanza e Braglia si dice più che soddisfatto. Il tecnico ora non può più nascondersi: il suo scacchiere pare avere una vera identità e contro il Catanzaro arriva l’esame di maturità. Il Lecce però viene rimandato: al ‘Ceravolo’ finisce 2-1 per i padroni di casa. Intanto il 9 novembre viene formalizzato il definitivo passaggio delle quote societarie: si insedia il nuovo Consiglio di Amministrazione. Enrico Tundo è nominato presidente, Liguori suo vice e Saverio Sticchi Damiani viene scelto come Presidente Onorario. Nel secondo turno di Coppa Italia di categoria, il Lecce passa anche a Cosenza e si riproietta al campionato. La domenica successiva, infatti, Lecce e Cosenza tornano una di fronte all’altra. Ha la meglio ancora una volta la squadra salentina che passa grazie a un gol di Surraco. A Matera, poi, il Lecce non vince, ma nemmeno perde: finisce a reti bianche. La vittoria torna nella gara successiva in quel di Agrigento: finisce 1 a 3.

Dicembre: la macchina messa a punto da Piero Braglia pare inarrestabile. I soliti Surraco e Lepore aprono l’ultimo mese dell’anno con la vittoria sul Messina. Un altro risultato utile arriva anche da Pagani: in terra campana finisce 1 a 1: non una gara bellissima, ma la classifica continua a muoversi. Prima di salutare il 2015, il Lecce saluta la Coppa Italia di Lega Pro: l’Akragas, battuta in campionato, si impone in terra salentina per 1 a 0 e per molti è il segnale di un campanello di allarme da non sottovalutare. Il Lecce tuttavia spazza via ogni voce guastafeste e il 20 dicembre si impone nel big match dell’ultimo turno dell’anno sul Benevento. I campami passarono in vantaggio nel primo tempo, ma nella ripresa un super e ritrovato Curiale risolve la gara in favore dei giallorossi, permettendo all'ambiente tutto le festività al terzo posto, a 4 lunghezze dalla vetta.

Nel giorno di Capodanno abbiamo voluto ripercorrere l’anno appena lasciato alle spalle: tanti sono stati gli aspetti da mettere nel dimenticatoio al più presto, ma altrettanti sono stati i momenti di gioia ed esaltazione. Oggi inizia un nuovo capitolo di questa storia gloriosa: c’è il calciomercato, c’è la ripresa del torneo e soprattutto c’è una Serie B da conquistare: il Lecce merita la cadetteria, la meritano i tifosi, questa città e il Salento tutto, e la meritano tutti quelli che, in oltre 100 anni di storia, hanno urlato anche solo una volta ‘Forza Lecce’. Tanti auguri giallorossi.



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