Chiusura delle indagini sulla guerra di mafia nel Nord Salento, 96 persone coinvolte

I sostituti procuratori Guglielmo Cataldi, Giuseppe Capoccia e Antonio Negro hanno iscritto nel registro degli indagati ben novantasei persone, per i sanguinosi contrasti tra clan rivali a Squinzano e paesi limitrofi, nell’ambito delle tre operazioni ‘Vortice Dejà-vù’, ‘Paco’ e ‘

È giunta a conclusione la delicata indagine sulla guerra di mala a Squinzano, nell’ambito delle tre operazioni “Vortice Dejà-vù”, “Paco” e “Dejà-vù ultimo atto”, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e dai Ros tra novembre e marzo scorso.

Sono stati smantellati i due clan facenti capo a Sergio Notaro (a questo apparterrebbero anche i fratelli Antonio e Patrizio Pellegrino; il primo estradato in Italia da poco e l’altro ancora latitante) e Marino Manca, in contrasto per il controllo del territorio. I sostituti procuratori Guglielmo Cataldi, Giuseppe Capoccia ed Antonio Negro, nelle quaranta pagine dell’avviso “raccontano” una storia fatta di duri contrasti tra esponenti delle fazioni rivali della criminalità organizzata, per affari leggi alla droga ed al racket, sullo sfondo di una Squinzano esasperata da guerre intestine e storie di malaffare. I magistrati hanno iscritto nel registro degli indagati ben novantasei persone, molte delle quali del Nord Salento poiché i contrasti per il controllo di Squinzano si erano ben presto allargati ai paesi limitrofi.

Le persone coinvolte nell’inchiesta rispondono, in varia misura ed a diverso titolo, di ben ottantacinque reati, tra cui estorsione, usura, associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga, tentato omicidio ecc. A supporto delle indagini, anche un collaboratore di giustizia, il 31enne Antonio Pierri, soprannominato Paco (da cui il nome della seconda operazione).

Sono state, invece, stralciate le posizioni dei politici indagati nell’operazione “Vortice Dejà-vù”, che fecero tanto discutere il mondo politico e sociale nelle prime ore e nei primi giorni dell’accaduto: l’ex sindaco Gianni Marra, l’ex capo della Polizia Municipale Antonio Schipa e l’ex presidente del consiglio comunale, ora consigliere comunale, Fernanda Metrangolo. Riguardo i presunti reati contro la pubblica amministrazione, sarà probabilmente aperta un’altra inchiesta.

Come è noto gli indagati appartengono quasi tutti all’area territoriale del nord salento. Tutte e tre le operazioni hanno comunque segnato un colpo forte alla presunta criminalità organizzata radicata in quei comuni, primo fra tutti Squinzano.

43 sono, infatti, gli squinzanesi indagati: Alessandro Bruni, 58 anni, Mauro Bruni, 55, Fabio Caracciolo, 33, Saida Bruni, 22, Vladimiro Cassano, 50, Mario Conte, 34, Maurilio D’Elia, 44, Danilo Campanella De Santis, 43, Salvatore Elia, 34, Alessio Fortunato, 32, i fratelli Luca Greco, 43 e Marco Greco, 41, Stefano Guadadiello, 31, Annamaria Lamarina, 42, Gianluca Levante, 34, Massimiliano Leuzzi, 42, Marino Manca, 42 (meglio conosciuto come ‘Fuecu’), i fratelli Angelo Napoletano, 39, Roberto Napoletano, 29, Stefano Napoletano, 29,(questi ultimi due gemelli), Antonella Notaro, 51, Sergio Notaro, 55 (detto ‘Panzetta’, che era riuscito a fuggire sui tetti il giorno del blitz salvo poi essere arrestato alla periferia a sud di Cellino San Marco dove aveva trovato rifugio,nei giorni successivi), Cosimo Emiliano Palma, 31, Antonio Pellegrino, 41, latitante fino allo scorso 25 maggio quando ‘grossolanamente’ si fece arrestare alla frontiera di Nagylak, in Ungheria, facendosi individuare per il grosso tatuaggio sul collo, Patrizio Pellegrino, 44 (ancora latitante e fratello sia di Antonio che del più ben noto Francesco, detto ‘Zu Peppu’, considerato dagli inquirenti uno dei principali esponenti della Scu squinzanese), Patrizio Margilio, 33, Carlo Marulli, 43, Salvatore Milito, 43, Andrea Pierri, 27, Antonio Pierri, 31, Franco Pierri, 63, Nicola Pierri, 33, Massimiliano Ruggio, 45, Anna Ursino, 45, Andrea Valentino, 30, Alfredo Scazzi, 36, Paolo Scazzi, 26, Andrea Spagnolo, 37, Massimiliano Stippelli, 32, Vincenzo Stippelli, 37, Gianluca Tamborrini, 35, Walter Tramacere, 38 ed Emiliano Vergine, 39.

A questi va aggiunta Serenella Romano, 41, di Casalabate, marina proprio di Squinzano.

Anche i comuni limitrofi hanno dato il loro ‘contributo’ all’inchiesta: Carmiano (dove a finire nei guai sono stati Caterina Bisconti, 34enne e Pompilio Talesco, 55enne); Campi Salentina (con i suoi 10 indagati: Piero Blaco, 34 anni, Giovanni De Tommasi, 55 –che nonostante fosse detenuto da qualche anno, secondo gli inquirenti – riusciva comunque a controllare il suo territorio -, Alessio Leuzzi, 32, Luigi Vergine, 41, Alberto Russo, 30, Antonia Sirsi, 69, Giuseppe Sirsi, 59, Giuseppe Russo, 32, Francesco Taurino, 30, Luigi Taurino, 50); Trepuzzi (con ben 7 inquisiti: Antonietta Ceschi, 43 anni, Damiano De Blasi, 25, Salvatore Guerrazzi, 60, Alessandro Levante, 41, Giosuè Primiceri, 54, Fernando Russo, 34, Antonio Serrati, 41) e Novoli (con i seguenti nomi finiti nel registro: Gianluca De Blasi, 40anni, Emanuela Spalluto, 29, Stefania Viterbo, 50).

Anche 6 leccesi sono finiti sotto inchiesta: si tratta di Alessandra Amira Bruni, 24 anni, Liliana De Tommasi, 26, Ivan Miglietta, 36, Luca Mita, 35, Ilde Saponaro detta ‘Gilda’, 49, Stefano Renna, 35. Indagati anche Luigi Antonio Rollo, 59, di Lizzanello e due cittadini di Monteroni di Lecce: Alessandro Caracciolo, 53 anni e Marco Pennetta, 43.

Sempre nel Salento finiscono nel registro degli indagati i ‘fuori zona’ Sergio Gaetani, 53 anni e Vito Troisi, 50 entrambi di Racale.

Il gruppo si allargava anche nelle altre province salentine: due gli indagati di Brindisi, uno di Mesagne (Vincenzo Carone, 57), due di San Pietro Vernotico  (Martino Bruni, 23 anni e Giovanni Tramacere, 40enne), due di Torchiarolo (Gianluca Candita, 43enne, e Giuseppe Ricchiuto, 25enne), due di Taranto (Gaetano Diodato, 46 anni e Angelo Di Pierro, 24).

Nel mirino delle Forze dell’Ordine finiscono anche Simone Casilli, 29 anni e Mario Sirsi, 26 di Brescia, insieme ad Antonio Petrachi, 64, residente a Torino.

Importante la componente estera, composta da Akim Zeghari, 41enne, dal portoghese Patricio Manso, 39 anni e dai francesi Marina Ayad, 33enne, Samira Bellal, 34enne, Rahou Driss, 33, Fathi Rahmani, 30enne e, infine, Cyril Cedric Savary, 39ennelatitante ma arrestato in un appartamento nei dintorni di Parigi dove aveva trovato rifugio -, considerato secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti il canale di raccordo tra il Salento ed il Paese d’Oltralpe per il traffico di cocaina da smerciare nella provincia leccese.

Il nutrito collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Savoia, Giuseppe Presicce, Andrea Starace, Francesco Tobia Caputo, Gabriella Mastrolia, Pantaleo Cannoletta, Angelo Vetrugno, Ladislao Massari, Paolo Cantelmo, Antonio Romano, Donata Perrone, Carlo Reho, Luigi Ingrosso, Benedetto Scippa; Maurizio Scardia, Francesco D’Agata, Giacinto De Spirito, Giuseppe Talò, Francesca Conte, Giancarlo Dei Lazzaretti, Alessandro Costantini, Cosimo Rampino, Paolo Spalluto, Elvia Belmonte, Silvio Caroli, Mario Ciardo, Michele Palazzo, Cosimo Casaluci, Andrea Capone e Cosimo Castriganò.